Dzeko, l’uomo dei tre mondi

Corriere dello Sport (R.Maida) – Una cifra tonda, un record di longevità realizzativa: con la doppietta al Napoli, la seconda consecutiva allo stadio San Paolo, Edin Dzeko ha raggiunto quota 50 gol in Serie A. In questo modo è entrato nella top ten dei marcatori di sempre della storia della Roma ma soprattutto è diventato l’unico calciatore ad aver segnato così tanti gol in tre dei quattro principali campionati europei: 50 gol li aveva fatti anche in Premier League, con la maglia del Manchester City, mentre in Germania si era spinto fino a 66 con il Wolsburg. Zlatan Ibrahimovic, al quale qualche commentatore l’ha paragonato sabato sera, ha segnato in più tornei: Italia, Spagna, Inghilterra e anche Francia. Ma mentre in Serie A (148) e in Ligue 1 (156) ha spadroneggiato, nella Liga e in Premier ha fatto rispettivamente 22 e 29 gol. Sarà per questo che Di Francesco sabato ha ammesso: «Non ho mai visto un centravanti come Edin».

MEDIE – Nonostante il periodo difficile vissuto a cavallo di autunno e inverno, Dzeko continua a tenere una media realizzativa di tutto rispetto in Italia: parlando di campionato, corre a 0,52 a partita (50 gol in 95 presenze, più di una rete ogni due gare) che è decisamente migliore rispetto al percorso inglese, in cui non è andato oltre gli 0,38 (50 gol in 130 partite). Il suo prodotto più efficiente resta comunque la Bundesliga, dove la media sale a 0,55 (66 gol in 111 partite).

FIDUCIA – E se il peggio sembra passato (13 gol in campionato, adesso sono “solo” 6 in meno dello scorso anno), il motivo è la stabilità ritrovata. «Ho superato una fase difficile, non voglio guardarmi indietro, ora voglio dare tutto per la Roma» ha spiegato, aggiungendo anche un’annotazione amaramente ironica: «Evidentemente non siamo scarsi. Le critiche vanno bene ma a volte a Roma sono eccessive. Anche nei miei confronti: se segno va bene ma se non segno corro tanto e nessuno se ne accorge».

RIABILITAZIONE – Nel suo rilancio hanno inciso anche i colloqui con Monchi e Di Francesco, che lo hanno confortato e responsabilizzato dopo le indiscrezioni di mercato. E’ stato Di Francesco a dare un segnale forte alla società – non vendetelo al Chelsea – schierandolo sempre titolare nel mese della precarietà. Paradossalmente lo ha mandato in panchina quando l’adrenalina del mercato era finita e Dzeko sembrava ancora più sperduto. Guarda caso contro il Milan, la settimana prima del trionfo napoletano. Appena è stato stuzzicato nell’orgoglio di campione, Dzeko ha risposto da fuoriclasse. In fondo nel 2018 ha segnato 5 gol in 8 partite (oltre ai 26 minuti giocati con il Milan) che non sono pochi.

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