Dzeko e Hart a pranzo sapore di Manchester

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Il Corriere Dello Sport (R.Maida) – Polvere di Manchester City. Hey Joe, Hey Edin. Che bello ritrovarsi. Hart para, Dzeko attacca. Ieri compagni, oggi avversari. Non era mai successo prima, a livello di club. Prima al massimo si confrontavano in partitella, a Carrington, cercando di migliorarsi l’un l’altro. Adesso invece si sfidano in Torino-Roma, in un altro mondo rispetto a quello che li ha fatti incontrare. Un inglese ripudiato da Guardiola, un bosniaco scaricato da Pellegrini. La Serie A è la loro catapulta verso il riscatto.

IL RAPPORTOHart e Dzeko hanno giocato e vinto insieme, al City. Due campionati, una Coppa d’Inghilterra, una Coppa di Lega, un Charity Shield. Una gran bella bacheca alla quale ognuno dei due ha garantito un contributo. Poi le esperienze di vita, e le scelte professionali, li hanno allontanati. Ma il loro rapporto amichevole, cementato in quattro anni e mezzo di lavoro in comune, non è stato lacerato dalla distanza professionale. I due non si sono sentiti di recente ma si abbracceranno volentieri e a fine partita si scambieranno la maglia.

APPROCCIO – Per entrambi è un periodo stimolante. Dopo un esordio deludente, con tanto di uscita sbagliata a Bergamo, Hart ha conquistato i tifosi del Torino e ha tenuto per due volte di fila la porta chiusa. La circostanza ha provocato una simpatica gaffe linguistica sui social network: Hart ha scritto un messaggio in inglese e poi, attraverso il traduttore automatico, in italiano. Solo che l’espressione britannica “clean sheet” (cioè nel gergo calcistico “porta inviolata“) è stata tradotta letteralmente (“lenzuolo pulito“) scatenando l’ironia della rete.

MOMENTO – Anche Dzeko, nell’altalena emotiva tra gol sbagliati e gol segnati, ha assimilato la fiducia della Roma grazie alla doppietta contro il Crotone. Spalletti ne ha certificato il rilancio, assicurando che possa diventare un punto di riferimento importante per la squadra. Anche in termini realizzativi. «E’ in grado di segnare 20 gol» ha detto l’allenatore. Intanto ne ha fatti 4, gli stessi di Higuain che ha giocato una partita in più, ma tutti in casa. Oggi a Torino cercherà di sbloccarsi in trasferta: l’ultima volta lontano da casa – escluso il derby con la Lazio – ha segnato a Udine il 13 marzo. Venti gol a fine campionato? Sarebbe una benedizione per lui, che in carriera soltanto due volte ha toccato quella quota, in Bundesliga con il Wolfsburg. E che in Serie A non ha ancora rispettato la media-gol abituale: finora è a 12 in 36 partite, quindi media 0,33. In Inghilterra è arrivato a 50 in 130 partite, dunque 0,38. Andava ancora più forte in Germania, con un totale di 66 gol in 111 partite (0,59). Evidentemente la migliore versione di Dzeko da noi non si è ancora vista.

INCROCIO – Lo scorso anno, all’Olimpico di Torino, Dzeko sbagliò un gol incredibile che avrebbe chiuso la partita. Solo davanti a Padelli, tirò debolmente dando al portiere l’occasione di respingere. Di lì a poco il Torino avrebbe pareggiato su rigore. E’ un motivo in più per continuare la striscia di gol di questo inizio di stagione. Se l’amico Hart permette, chiaro.

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