Dzeko è straripante. Spettacolare Roma

dzeko

Il Messaggero (A.Angeloni) – Qualcuno più sveglio degli altri, oltre che pensato, ha pure detto: è la formazione di Verona. Szczesny; Maicon, Manolas, Castan, Torosidis; Pjanic, Keita, Nainggolan; Iago Falque, Dzeko, Salah. Questo l’undici scelto da Garcia per l’ultima (amichevole) prima della “prima” di campionato, appunto a Verona. E solo loro sono bastati per asfaltare, in un tempo, il Siviglia (6-4 alla fine), che pochi giorni fa ha spaventato il Barcellona. Quindi se questa è la formazione di Verona, basta e avanza. Perché la Roma ha dato spettacolo, con i nuovi, Dzeko (due gol e un assist), Salah e Iago Falque, apparsi già integrati e belli. Belli anche gli altri, da Maicon, ritemprato dall’auto sosta di cinque mesi, Castan, tornato, a quanto pare, un calciatore vero, e tutti gli altri, con i limiti fisici che un calciatore può avere dopo una preparazione tosta e con quelli dovuti all’inattività di un anno.

L’UNDICI SENZA ROMANI – Non c’è Totti, e va bene, non ci sono nemmeno Florenzi e De Rossi (strascichi di problemi alla caviglia di valenciana memoria). Occhi puntati su Dzeko, il vero mattatore della serata. Applauditissimo sempre, durante la presentazione e al riscaldamento. Figuriamoci in partita, quando dopo nemmeno un minuto, rischia di fare gol (pescato brillantemente in area da Iago Falque). La saetta che infiamma l’Olimpico arriva dopo appena cinque minuti ed è sempre lui, Edin, quel centravanti che qui a Roma si sognava da tempo. Quello che spacca le porte. Ecco, appunto, la rete che porta in vantaggio la Roma è – come direbbe Garcia – una lavatrice lanciata dal bosniaco.

Un gol che raramente si ammirava da queste parti, ed eccola infatti la vera rivoluzione culturale, con quattro anni di ritardo: lancio in verticale di Maicon, destro in corsa e palla sotto al sette. Applausi e sogni, ovviamente. Dzeko è sì quell’attaccante che ti regala il gol, ma dà l’impressione di essere uno molto “vicino” alla squadra e non solo alla porta: viene a prendersi il pallone, sta nella sua area sulle palle inattive e non è incapace a far ripartire l’azione. Il ragazzo, insomma, promette bene. La Sud assiste quasi in silenzio (i primi cori, alla mezz’ora, sui diffidati, sui Carabinieri e contro chi ha “diviso” la curva, quindi contro il Prefetto Gabrielli), ogni tanto si accende: accompagna con un’ovazione uno scatto di Maicon, qualche giocata di Falque, tatticamente perfetto, e soprattutto salta in piedi quando Torosidis si fa trenta metri palla al piede e fa partire un tiro che si infila alla destra di Rico.

La difesa appare ancora un po’ instabile (evidente, mancano due centrali e i terzini), anche se Torosidis, gol a parte, fa il suo e, come detto, Maicon c’è. I due centrali ogni tanto si trovano uno contro due e per salvare l’irreparabile arriva la scivolata di Manolas (o Castan) oppure la manona di Szczesny a bloccare i tiri di Konoplyanka e Immobile. Ma ciò che affascina è quanto accade dalla metà campo in su e il terzo gol è uno spettacolo della natura: Maicon ruba palla sulla trequarti, Pjanic serve in area Salah, che pennella per Dzeko, che due minuti dopo, sempre dal cuore dell’area manda in porta solo soletto Nainggolan, che chiude il conto nel primo tempo. Quattro a zero.

Sembra Roma-Cska, quella era Champions, questa quantomeno sembra un assaggino. Garcia, e lo dimostra l’undici iniziale, ha in testa una Roma con i soliti due esterni alti, ma uno, Salah (o Gervinho), dedito molto a offendere, e l’altro, Falque (o magari Florenzi), a cantare e portare la croce. Mohamed scatta, si accende, prova un paio di conclusioni, ma si vede che siamo solo alla fase dell’innamoramento, che potrà sbocciare in libidine e sarà così ad inizio ripresa, quando Salah mette la firma sul quinto gol. Pregevole, appunto, anche l’assist per Dzeko nella terza rete. Chi non ruba l’occhio ma si sente è Iago Falque e Garcia lo ha sempre sostenuto. Iago mostra un bel piede e una capacità polmonare impressionante. Su e giù cento volte, sempre con la stessa lucidità: pronto al raddoppio su Torosidis e abile nella palla gol, vedi la prima in assoluto a Dzeko. Uno che crossa, altra rivoluzione.

LA RIPRESA – Garcia rimanda in campo la squadra del primo tempo, con la sola eccezione di De Sanctis, che alla fine prenderà quattro gol. In quei quindici minuti ci sono, appunto, la rete di Salah, una di Totti su rigore (è festa anche per lui) e poi la squadra cambia totalmente e crolla nel finale consentendo agli spagnoli di segnarne 4, due con Suarez, uno con Reyes e un’altra con Coke. Rudi non era per niente contento e ha chiesto di completare la rosa in fretta. La squadra brillante del primo tempo non c’era più ormai. De Rossi faceva il centrale con Capradossi (altri difensori non ce n’erano, arriveranno). La festa ormai era finita e la Roma deve completarsi. Ma i segnali sono buoni.

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