Hanno avvistato Gian Piero Gasperini acquistare i pop corn. Per la gioia di Craig Butler: il padre di Leon Bailey che ha consigliato a tutti di prendere qualche confezione per il ritorno del figlio. Magari vicino a un po’ di mate, buono per Paulo Dybala. Gasp ce lo immaginiamo così, impaziente di vedere un’altra Roma. E non che quella in campo fin qui non gli sia piaciuta. Ma quando il tecnico ha parlato — a più prese — di margini di miglioramento, si riferiva soprattutto alla capacità di incidere in fase offensiva, di attaccare, di far male all’avversario, di sorprendere, in definitiva di risultare più imprevedibili. C’è chi li chiama i “game changer”: sono quei giocatori che cambiano le partite, magari entrando dalla panchina. Ecco: sabato con l’Inter la Roma per la prima volta dovrebbe presentarsi con l’organico al completo. E il tecnico potrebbe ritrovarsi seduti vicino a lui due giocatori di questa natura. Due di quelli che preoccupano l’avversario dal 60’ in poi, qualsiasi sia lo stato della partita.
Al momento è l’ipotesi più probabile, anche se la settimana è lunga fino a sabato, c’è tempo per modificare le idee. Ma sia Dybala sia Bailey dovrebbero partire dalla panchina contro la squadra di Chivu, in prima fila c’è un tridente composto da Pellegrini, Soulé e Dybala. Dybala ha dimostrato grande abilità nel saper leggere lo scorrimento del match ed entrare subito in gara quando chiamato in causa: è successo col Bologna al rientro, poi col Pisa e anche a Firenze prima della sosta, con minuti di grande sostanza e praticità che sono serviti a portare a casa il risultato. Ed è un aspetto di cui Gasperini non può non tener conto. Bailey è invece tutto da scoprire. Tra oggi e domani è atteso il primo vero allenamento con i compagni. Ed è un giocatore che stuzzica l’allenatore, sponsor dell’operazione di mercato con l’Aston Villa.
Lo stuzzica perché il giamaicano ha caratteristiche che nella rosa giallorossa non ha nessun altro, ovvero la capacità di abbinare velocità in allungo e dribbling. Soulé, per intendersi, è un altro calciatore, che assicura sì la superiorità numerica ma lo fa in modo completamente diverso. Bailey è invece il giocatore offensivo che complica i piani avversari, che è in grado di lanciare una Roma che spesso si rende pericolosa nei trapassi ma finisce per arrestare troppo presto la sua stessa spinta.
In generale fin qui Gasperini ha avuto poco o nulla dalla panchina in termini di giocate decisive: siamo fermi all’assist di Pellegrini per Ndicka a Nizza e al penultimo passaggio di Dybala a Pisa. Quasi nulla per chi come il tecnico è stato abituato, ai tempi dell’Atalanta, a cambiare le partite con le sostituzioni. Muriel è un esempio più volte citato da Gasp, ma non è l’unico, l’elenco è lungo. Ecco: avere un paio di uomini come Dybala e Bailey migliora l’umore. E aumenta la convinzione generale di squadra.
Perché la Roma adesso è chiamata al compito più grande: smentire chi sostiene sia già arrivata al top, andata oltre la sua forza e i suoi meriti. L’Inter in questo senso vale un esame di alto livello: arrivarci con tutti a disposizione è come preparare l’abito più bello per la serata.