Il Tempo (A. Austini) – La Joya liberata e travolgente. Paulo Dybala ha esaudito i sogni dell’estate romanista e ha riempito di emozioni la giornata di ieri. Quella dell’annuncio del suo acquisto, del debutto in campo insieme ai nuovi compagni e della prima intervista da giocatore giallorosso. Dopo due giorni necessari a sistemare gli ultimi dettagli di un contratto piuttosto articolato, il club ha potuto finalmente confermare la firma dell’argentino fino al 2025, senza però comunicare i dettagli economici.
Stando a quanto filtrato dalle due parti, Dybala guadagnerà 4,2 milioni di euro netti a stagione come stipendio base, al quale si aggiungono una serie di bonus. Alcuni “facili, altri legati a prestazioni del ragazzo (gol, assist, presenze) e agli obiettivi raggiunti dal club, che faranno lievitare la cifra intorno ai 6 milioni di euro netti.
Inoltre è stato confermato l’inserimento nel contratto di una clausola rescissoria, con l’importo che dovrebbe aggirarsi sui 20 milioni di euro. Dybala si è garantito una percentuale – come successo ad esempio nel caso di Pjanic – della clausola qualora venisse esercitata, mentre la Roma ha ottenuto il diritto di annullare la clausola stessa: se un’altra squadra dovesse “attivarla”, la società giallorossa potrà fermare il trasferimento garantendo all’argentino più soldi e un contratto più lungo.
Ma il matrimonio è appena iniziato e promette benissimo. “La Roma era nel mio destino – ha raccontato la Joya ai media del club tra un allenamento e l’altro – sono sempre stato appassionato della storia della città e giocare all’Olimpico è un po’ come farlo in uno stadio argentino o brasiliano. È stata una trattativa molto veloce, io avevo voglia di cominciare subito e nel weekend abbiamo deciso in fretta”.
Per il sì alla Roma sono stati decisivi “tanti aspetti” a partire dalla “chiamata del mister, del direttore, aver potuto parlare col presidente: sono stati i punti più importanti. Mi hanno dato certezze, Mourinho è stato chiaro con le sue idee. Ho giocato con i calciatori più importanti della storia (Ronaldo nella Juve e Messi in nazionale, ndr) e adesso posso lavorare con uno degli allenatori più grandi di sempre”.
Sulla questione numero di maglia spiega che “Pinto mi aveva proposto la 10 che è molto importante qui per quello che ha fatto Totti. Ma credo che quella maglia debba ancora essere sua per ciò che rappresenta. C’è bisogno di tanto rispetto e responsabilità, un giorno magari potrò portarla, ma oggi sono contento di avere il 21″.