Un assente di lusso. Nella serata in cui De Rossi ha smesso di indossare la maglia da calciatore della Roma, uno degli attori non protagonisti è stato suo malgrado Pallotta, che ha seguito il match dagli Stati Uniti. I tifosi, sin dalle prime ore del 14 maggio, giorno dell’annuncio della scelta societaria di non continuare il rapporto sul campo con DDR, hanno contestato il presidente americano, individuato come principale responsabile per l’arrivederci del capitano. E, dopo le contestazioni a Trigoria e sotto la sede del club all’Eur, non si sono risparmiati anche prima, durante e dopo Roma-Parma. A poche ore dal fischio d’inizio di Mazzoleni, i Fedayn hanno affisso uno striscione polemico sui muri di Piazza Mancini, aprendo le danze della protesta: “Su stemma e caroprezzi temi a noi cari hai pensato solo ai tuoi sporchi affari. Giù le mani della nostra passione. Buffone”. Il contrasto tra gli ultras, seguiti da praticamente tutti i 62mila presenti al Foro Italico, e Pallotta è poi continuato all’interno dello Stadio Olimpico, con i soliti cori di critica intonati sin dal momento in cui De Rossi e compagni sono scesi in campo per il riscaldamento pre-partita. Oltre al numero uno della società, invitato a vendere, i tifosi, che hanno alternato il sostegno alla squadra alle manifestazioni di dissenso, hanno preso di mira il vice-presidente Baldissoni e ‘l’eminenza grigia’ Baldini. Lo riporta Il Tempo.