Da Donnarumma al veterano De Rossi, l’azzurro va di moda

Corriere Della Sera (A.Bocci) – Il mercato non è sempre una questione d’età. Gigio Donnarumma e Daniele De Rossi, ovvero il più giovane e il più vecchio (ad eccezione di Buffon) della gioielleria azzurra, hanno gli stessi pensieri mentre attraversano il prato verde di Coverciano per l’allenamento. Il portiere ha appena compiuto 18 anni e può firmare il primo contratto da professionista sapendo di avere addosso gli occhi di tutti i club più ricchi e importanti del mondo. Il centrocampista, invece, è arrivato alla fine del lungo legame con la Roma (17 anni) e, non avendo ancora ricevuto proposte dirette dai giallorossi, sta valutando il da farsi. Casi, nella Nazionale, ce ne sono tanti. Marco Verratti è il pezzo pregiato, il più corteggiato e inseguito: tra cartellino e contratto, per acquistarlo non bastano 100 milioni di euro. Il Bayern di Monaco, in procinto di restituire Thiago Alcantara al Barcellona, ci ha fatto più di un pensierino. Per Carlo Ancelotti è una prima scelta. Ma il talentino, nell’intervista in esclusiva a Raisport, strizza l’occhio a Inter e Juventus: «Squadre che hanno voglia di investire. Le italiane stanno tornando a grandi livelli, basta vedere cosa hanno fatto i bianconeri con Higuain. La Juve è tra le quattro squadre più forti del mondo. Sto bene a Parigi, ma se dovessi cambiare potrei anche tornare in Italia…».

E firmare l’esordio in serie A, visto che è passato dalla B con il Pescara al Psg. Ma torniamo a De Rossi e Donnarumma, il vecchio e il bambino. DDR, trascinatore contro l’Albania, si è rotto le scatole di aspettare Pallotta e i suoi collaboratori, che non hanno più alcun tipo di priorità. Chi vuole De Rossi può fare un’offerta e il giocatore è pronto a valutarla. E ci sono già state telefonate dall’Italia e dall’Europa. La vicenda è caldissima. «Il mio cuore resterà giallorosso», ha confessato Daniele. Bisognerà vedere di che colore sarà la sua maglia. Anche Donnarumma è al centro di un intrigo e non può avere la testa sgombra. Con Berlusconi (e Galliani) la sua conferma rossonera era quasi scontata. Se, come sembra, Yonghong Li riuscirà a portare in fondo il closing, dovrà faticare molto non tanto per convincere il ragazzo, quanto per ottenere il via libera da Mino Raiola, l’ineffabile procuratore di Gigio. Tanto più che le offerte si moltiplicano. Non solo la Juve, che in ogni caso sta lavorando sull’altro giovane portierino azzurro, Meret. L’ultimo affondo è del City, scontento di Caballero: assegno in bianco fanno sapere da Manchester.

E il Chelsea, che si sta cautelando qualora Courtois andasse al Madrid, una telefonata l’ha fatta. Donnarumma mantiene nervi d’acciaio, confortato dalla sua famiglia. Ieri, sovrappensiero, ha firmato un gagliardetto della Juve durante una premiazione al museo del calcio: ma non è certo indizio per capire il suo futuro. Gli azzurri, insomma, rischiano di passare un’estate bollente e di non essere troppo concentrati sulla Spagna, appuntamento cruciale sulla strada verso il Mondiale. Il presidente Cairo ha già fatto il prezzo (100 milioni di clausola) per l’export di Andrea Belotti. Il Milan, come l’anno scorso, dovrà difendere Romagnoli dall’assalto del Chelsea, che una telefonata allo juventino Bonucci la farà sicuramente. De Laurentiis dovrà convincere Insigne a firmare per il Napoli, Darmian sogna di tornare in Italia (Roma, Inter e Juve in prima fila), Petagna pagato un milione e spiccioli la scorsa estate dall’Atalanta, ne vale già quasi 20. Non siamo neppure ad aprile e il mercato è già nel vivo. Conte avrebbe tenuto a rapporto la squadra. Ventura la prende con filosofia: «Ero più preoccupato quando allenavo i club». Si fida. E, sinora, è sempre stato ripagato

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