Dodo: “Roma rimane la mia città preferita. Il mio rimpianto non aver vinto lo scudetto con Garcia”

Arrivato a Roma nel 2012 come un grande prospetto, la carriera di Dodo con la squadra capitolina non è andata come tutti i tifosi si aspettavano. In totale con i giallorossi totalizza 30 presenze per passare poi all’Inter. Il brasiliano è stato protagonista della rubrica di Roma Tv ‘A Casa dell’Ex“. Queste le sue parole:

Sei in Brasile adesso?

Si, anche qui aspettiamo e speriamo che si torni prima possibile alla vita normale.

Hai ancora contatti in Italia?

Si, parlo tutte le settimane con amici italiani e con altri giocatori che giocano in Italia. Sono in contatto. Anche per quello il mio italiano non è peggiorato tantissimo.

Cosa ti manca di più dell’Italia?

Ci sono stato sei stagioni. Mi manca un po’ tutto. Sono arrivato giovanissimo quindi la mia vita alta è stata tutti in Italia. In questo periodo a Roma c’è il sole, si sta bene. Mi mancano le passeggiate, ma anche le cene a casa con gli amici, un po’ tutto.

Come ti senti come calciatore?

Ora mi sento bene. Ho tanta esperienza e mi sento fisicamente molto bene, forse anche meglio di quando sono arrivato a Roma che avevo problemi al ginocchio. Non ho più problemi fisici, da anni gioco senza fermarmi. Sono contento e mi sento benissimo.

Ci pensi a tornare in Europa?

Forse si però ora è un po’ difficile pensare al calcio in generale e anche di un possibile trasferimento. È un po’ difficile da prevedere però mi piacerebbe giocare in Europa, ma soprattutto in Italia. In futuro ci andrei anche a vivere, anche la mia compagna ama l’Italia.

La tua città preferita rimane Roma?

Sono stato bene dovunque ma dico sempre che non so se è perché Roma è stata la prima o perché c’erano tanti brasiliani ma mi sono trovato subito bene. Oppure anche perché la gente è più abituata a ricevere persone dall’estero. Roma rimane la mia città preferita.

Non era il momento perfetto per arrivare in Europa?

Forse no però secondo me vale l’esperienza. Sono maturato molto in questa situazione. Ho dovuto lavorare ancora di più per mettermi apposto il ginocchio. Ho imparato tantissimo. Venivo da un calcio molto più offensivo. Ho imparato molto la parte difensiva e i concetti di gioco. Quando sono tornato qui in Brasile me li sono portati. Quella esperienza mi ha aiutato molto. Per giocare subito sicuramente non era una situazione favorevole. Avevo un ginocchio appena operato, la Roma è una squadra forte che gioca per vincere quindi non era facile giocare da subito ma è stata un’esperienza comunque importante e bella.

Per il tuo ginocchio i carichi di lavoro di Zeman non sono stati il massimo…

Si ho dovuto adattarmi ed è stato molto difficile. Per un brasiliano già in generale non sarebbe stato facile, ma nella mia situazione era ancora più difficile.

Il tuo debutto contro l’Udinese?

Ogni volta che mi allenavo avevo un po’ di male al ginocchio e rientravo negli spogliatoi per restare un’altra settimana fermo. Non è stato facile. Avevo fatto un’amichevole prima della preparazione, qualche minuto, e poi ho giocato titolare contro l’Udinese. Purtroppo perdemmo però ho un bel ricordo di quella partita.

Che ti ricordi dell’Olimpico?

A me piaceva l’inno. Quando entravamo era bellissimo. Poi l’anno scorso sono andato in Italia, a Roma, a vedere la partita contro la Spal. Ora è cambiato. Ci sono le luci che si spengono o si accendono. L’inno secondo me era più bello prima. A me piaceva di più quando eravamo in campo schierati e c’erano i tifosi che cantavano l’inno. Una bellissima canzone che ti rimane in testa e soprattutto nel cuore.

L’anno con Garcia andò meglio…

Si e anche per i tifosi. Ci siamo divertiti tutti insieme. Ci credevamo fino alla fine allo scudetto ma ci è mancato lo sprint finale. Dopo gennaio abbiamo fatto tanti pareggi e la Juventus ci ha sorpassato. Poi hanno fatto 100 punti ed era difficilissimo. Il primo anno ho sofferto troppo per il ginocchio e per il fatto che non giocavo. Il secondo anno però mi sono divertito, avevamo un bellissimo gruppo.

Il tuo ricordo di Trigoria?

Mi ricordo le partitelle, quando facevamo le scommesse. Rientravamo negli spogliatoi e ci prendevamo in giro. C’erano dei personaggi molto simpatici come Borriello, De Sanctis. Morgan era un grandissimo compagna, faceva tanto squadra.

C’erano anche molti brasiliani…

Si ed avevamo poi un riferimento che era Taddei. Lui era da tanto a Roma e conosceva tutto. Lui ci direzionava. Ci ha aiutato molto soprattutto all’inizio perché siamo arrivati in tanti quell’anno l’, io, Marquinhos e Castan. Taddei ci ha aiutato tantissimo.

Il tuo rimpianto alla Roma?

Sono arrivato nel momento giusto. Ho avuto tempo per imparare e crescere. Il mio rimpianto è lo scudetto non vinto, avevamo una squadra per farlo. Per tanto tempo siamo stati avanti. Il mio rimpianto è quello.

Roma ti è rimasta nel cuore…

Si sembra che sono stato tutta una vita a Roma.

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