La Gazzetta dello Sport – Di Natale vs Lamela. Quanto invecchia bene Totò. Come cresce in fretta Coco

A voler esagerare, c’è un oggetto del desiderio che li accomuna: il Pallone d’oro. Antonio Di Natale detto Totò, 34 anni passati a suon di gol, “avrebbe meritato un posto nella lista ufficiale”. Lo ha detto Francesco Guidolin all’indomani dell’esclusione del suo attaccante dall’elenco dei 23. Certamente un commento di parte, ma chi si sente di non condividerlo? Erik Lamela detto Coco, 19 anni e un grande avvenire davanti a sè, ne è un predestinato, se il futuro non lo guasterà e se Roma, città che di amore può anche soffocare, gli consentirà di crescere, senza bruciare tempo e tappe. Luis Enrique, che ha subito sentito puzza di bruciato, ha già fatto il pompiere. “State tutti tranquilli con questo ragazzo. Diventerà un calciatore incredibile, ma oggi ancora non lo è”.

Eh già. Incredibile, in effetti, è l’aggettivo che più calza ai nostri eroi. Così lontani — con 15 anni di differenza il più vecchio e il più giovane in campo stasera —, eppure così vicini: entrambi capaci di meraviglie. Incredibile che Di Natale invecchi meglio di uno Schioppettino, celebre rosso friulano: più passa il tempo e più segna. Incredibile che l’Udinese orfana di Sanchez ed Inler sia rimasta ai piani alti, col naso all’insù, nonostante lo scossone di Parma: sono i gol di Totò che la fanno volare. Da quest’altra parte, è incredibile che Lamela si sia presentato al pubblico italiano con un gol pazzesco (incredibile!) al Palermo dopo una manciata di minuti: è stato il suo biglietto da visita, con su scritte tecnica e personalità. Ed è incredibile che questo ragazzino si sia già caricato il peso della Roma sulle spalle, senza indugiare, pure con una certa impertinenza, al punto che i nostalgici di Totti sono sempre di meno, questo sì davvero incredibile a Roma.

Gol mancati e gol segnati. Ancora infortunato, stavolta alla caviglia sinistra, con quella di stasera sei partite saltate in meno di due mesi: per il capitano romanista quest’autunno somiglia ad una stagione della vita. E sì che l’Udinese sarebbe stata l’avversaria ideale per fargli ritrovare quel gol che gli manca dal 22 maggio: uno dei suoi bersagli preferiti, avendolo centrato 12 volte in campionato e due in Coppa Italia. Rimanderà alla prossima occasione. Di Natale no, lui c’è, questa sfida la giocherebbe anche con una gamba sola, per lui è diventata una questione personale un giorno che qualcuno della Roma bloccò il suo trasferimento in giallorosso. “Di Natale — lo bollarono a Trigoriaè troppo vecchio per noi”, e mai profezia si ritorse contro così implacabile, da allora Totò quante volte ha fatto piangere la Roma: dieci gol le ha segnato in campionato e uno in Coppa Italia, praticamente una sentenza.

Rifiuti e previsioni. “Unico, fantastico, andrebbe clonato”, sono sempre parole di Guidolin. Ecco, con un Di Natale così, si può anche fare a meno di Bojan Krkic, l’altro gioiellino della Roma. “L’estate scorsa lo abbiamo trattato anche noi — ha rivelato ieri il tecnico dell’Udinese —, ma lui ha scelto di vestire la maglia giallorossa”. Pazienza, anche se il piccoletto spagnolo è un altro in rampa di lancio, e oltretutto con tanta voglia di rifarsi dopo i gol falliti contro il Lecce e l’ennesima patente ritirata. Peccati di gioventù, che stasera potrebbe scontare con un posto in panchina. Lamela, di sicuro, ci sarà. Attaccante o trequartista non farà differenza, comunque lui farà ciò che gli riesce meglio: prevedere il gioco, quello che Carmelo Bene diceva a proposito di Falcao e che oggi Walter Sabatini associa al suo ragazzino argentino.
Infine. Detto tutto questo, sommati Di Natale e Lamela, lette le statistiche che raccontano di carrettate di gol tra Udinese e Roma, cosa prevede Luis Enrique per stasera? “Sono molto curioso, sarà una partita spettacolare”. Meglio, incredibile.

La Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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