
Corriere dello Sport (R.Maida) – Due brutti pensieri spazzati via in un colpo solo: la Roma che non vince all’Olimpico, Di Francesco che perde sempre male contro Mazzarri. E’ tutto più dolce alla fine della partita contro il Torino, mentre i tifosi festeggiano una vittoria rotonda che rafforza le certezze in chiave Champions League. La Roma adesso può osservare il weekend del campionato con la certezza di restare al terzo posto e può prepararsi felice alla partita di martedì con lo Shakhtar, un dentro/fuori eccitante che dopo i 7 gol segnati nelle ultime due partite fa un po’ meno paura. «Abbiamo superato uno scoglio che ci bloccava – osserva Di Francesco – C’è un chip nella testa dei giocatori su cui lavorare. I ragazzi soffrivano per il fatto di non vincere all’Olimpico e nel primo tempo sono stati macchinosi, anche per merito del Torino. Abbiamo rischiato di complicarci la vita, ci siamo messi in difficoltà da soli. Nella ripresa poi abbiamo alzato le pressioni, ho messo Nainggolan più avanzato e ho ottenuto risposte importanti. Va cancellato il primo tempo, sotto tutti i punti di vista, ma il secondo è stato veramente ottimo».
EMOZIONE – Il commosso ricordo di Davide Astori passa per un aneddoto legato a De Rossi: «L’altro giorno si è svegliato alle 6 del mattino per andare al funerale. Sono contento che sia stato lui a segnare in questa notte così toccante. Sono stato io a chiedere a Daniele se si sentisse di giocare e quando mi ha detto di sì, non ho esitato un minuto a schierarlo».
APPELLO – Chiama a raccolta i tifosi per lo Shakhtar: «Dobbiamo giocare in 12 martedì per passare il turno. Mi auguro che vengano in tanti allo stadio, anche se poi dovremo essere noi a trascinarli con la prestazione. Sono sicuro che potremo mettere in difficoltà i nostri avversari però ci servirà un maggiore equilibrio. Di sicuro arriviamo alla partita di Champions nel modo giusto, perché vincere aiuta a vincere». Di Francesco cerca di allontanare i rimpianti per una corsa-scudetto sfumata troppo presto: «Non dobbiamo guardare indietro, è un vizio che abbiamo qui a Roma. Stiamo facendo un percorso, lanciando dei giovani. Non c’è nessun rammarico. Tutto ci servirà in futuro da insegnamento».
RIMANDATO – Schick non gli è piaciuto. Ma lo perdona: «Non è andato bene. Però dobbiamo aspettarlo. Chi si intende di calcio sa che ha qualità e spessore. Ricordate Ünder? Con un po’ di pazienza è venuto fuori. Patrik come prima punta nel 4-3-3 tende ad allargarsi e non attacca la porta, si muove in modo diverso rispetto a quello che deve fare una punta centrale con questo modulo. Per questo gli ho messo accanto Nainggolan nel secondo tempo e con il 4-2-3-1 le cose sono andate meglio. Meglio in generale». Certo, se non ci fosse stato Alisson parleremmo forse di un altro risultato. Di Francesco chiosa scherzando: «Nella prima parte della stagione non prendevamo mai un tiro in porta. Ora lo sto valorizzando altrimenti non s’impegna…».
