Il Messaggero – “La Roma presa a schiaffi senza reagire, che rabbia”

Progetto Roma, game over? Il giorno dopo la quattordicesima sconfitta in campionato (la sedicesima della stagione) regnano “delusione”, “rabbia» e “amarezza” fra i tifosi della Roma. Nei bar, alle radio, per strada si discute delle scelte del tecnico. Di quei calciatori “che non si sono rivelati all’altezza”. Dei “mancati rinforzi in difesa a gennaio”, dei “dubbi” di Baldini, del futuro della squadra. “Le responsabilità di questa stagione negativa sono di tutti”, attacca Sergio Rosi, presidente del Roma club Testaccio, che elenca le goleade subite contro Cagliari, Lecce, Atalanta, Juventus. “La delusione più grande? Vedere la Roma prendere 4 schiaffi, senza reagire”. Orgoglio e attaccamento alla maglia, c’è bisogno di ritrovare lo spirito testaccino, d’accordo, ma per ripartire cosa altro serve? “Un mix di giovani che corrono e gente di esperienza. E in panchina, Zeman”. Qualche metro più in là, il figlio Maurizio, darebbe invece, una seconda possibilità a Luis Enrique (“ha carisma e idee innovative”) e chiede calciatori di carattere. Gambe, muscoli, centimetri (“In Europa si vince così: basta con i giocatori leggerini”). “Ricominciare tutto daccapo, non so se conviene”, si interroga, perplesso, Enrico Menicali che rinuncerebbe a Luis Enrique solo per Fabio Capello (“garanzia di grandi acquisti, un vincente”). Mai schiavi del risultato, vale ancora? “Mi sono meravigliato quest’anno della pazienza dei tifosi della Roma”, riconosce Gaetano Mantini, presidente del Roma club Garbatella, ché nel calcio contano i risultati. Si pensa già al prossimo anno. Una maggiore “cattiveria agonistica”, rinforzi in difesa e sugli esterni per una Romaambiziosa”. E in panca, Luis Enrique (che merita un’altra chance) o Spalletti.

Più dei risultati, “estremamente deludenti“, l’avvocato Fabrizio Grassetti, presidente dell’Utr (Unione tifosi romanisti) si sofferma su “partite e prestazioni che hanno lasciato ferite nel cuore: vedere Colantuono, Cosmi e Conte invitare i propri giocatori a non infierire è un’onta difficilmente cancellabile. Ai dirigenti, ora il compito di fare un’analisi fredda: Se le cause sono legate all’allenatore, si prenda atto e si cambi. L’anno scorso l’ad della Juventus, Giuseppe Marotta, ha scelto Del Neri, la squadra è arrivata settima, ma lui non si è mica dimesso, ha cambiato tecnico, ha scelto Conte e oggi la Juventus è prima in classifica. Se Baldini cambia allenatore non si deve sentire sconfitto tutta la vita”. In ogni caso, Grassetti riconosce che dai tifosi “sono state apprezzate tante iniziative della società: la partnership con la Disney, l’attenzione alle famiglie, e alla memoria, con il campo a Trigoria dedicato ad Agostino Di Bartolomei”. La Roma si sta strutturando come “un club europeo di primo livello”, sentenzia il cantautore Marco Conidi che ricorda l’infortunio di Burdisso, i calciatori arrivati alla fine di agosto, i problemi difensivi di una squadra “umorale e malinconica” e Luis Enriquearrivato, forse con poca esperienza di sul calcio italiano”. Rimpianti? “Con un pizzico di fortuna e determinazione in più ci si poteva togliere qualche soddisfazione. In ogni caso, le qualità dell’allenatore asturiano non sono in discussione, alcune scelte, sì”. Quali? “Totti se sta bene, non deve andare mai in panchina: il Capitano è il calciatore italiano più forte di tutti i tempi. Una certezza, insieme a De Rossi (un campione e un uomo a tutto tondo)”, ma anche i nuovi acquisti Pjanic, Osvaldo e Borini si sono dimostrati all’altezza. Sul futuro, molto ottimismo: “L’anno prossimo la Roma sarà una squadra meravigliosa sia con Luis Enrique che con un altro tecnico”. Un allenatore manager o un innovatore? “Carlo Ancelotti potrebbe rappresentare la giusta via di mezzo”.

La società ha cambiato tutto – secondo l’attore Massimo Ghiniun periodo di assestamento era nell’ordine delle cose anche se vedere una situazione di resa, come in certe partite, dà fastidio. Siamo una squadra, per tradizione, con uno spirito gagliardo, di lotta, il famoso core testaccino”. E adesso? “Bisogna continuare ad avere fiducia, investire sul rinnovamento e sulla valorizzazione dei giovani. Un progetto è camminare insieme anche nella sofferenza. Questa squadra ha enormi potenzialità e grandi margini di crescita. Se Luis Enrique si sentirà nelle condizioni di proseguire, bene, altrimenti bisogna puntare su un altro maestro di calcio”.

Il Messaggero

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