Il Romanista – De Rossi: “Peggio che nel 2006”

Non ha risparmiato neanche Coverciano l’ondata di provvedimenti emessi dalle Procure, che fin dalle prime ore di ieri ha sconvolto il mondo del calcio fra arresti, perquisizioni e avvisi di garanzia. Non sono ancora le sette del mattino quando alcuni agenti della polizia si presentano al centro tecnico per consegnare un avviso di garanzia a Domenico Criscito, indagato per fatti che sarebbero avvenuti quando il difensore attualmente in forza allo Zenit giocava nel Genoa. Il giocatore ha lasciato il ritiro e non farà parte del gruppo che partirà per gli Europei: «Avrebbe vissuto una pressione che nessuno può reggere – ha spiegato il ct Prandelli -. Non è assolutamente sereno, è impensabile giocare una manifestazione così importante e poi poteva essere chiamato dai giudici durante una partita. Dal punto di vista umano gli abbiamo fatto sentire tutta la nostra solidarietà».

Nel pomeriggio si era diffusa la voce di un secondo avviso di garanzia consegnato a Leonardo Bonucci, in realtà nessun provvedimento gli è stato notificato e il difensore della Juve si è allenato regolarmente con il resto dei compagni e stasera, nell’amichevole con il Lussemburgo al Tardini, dovrebbe partire dal primo minuto. «Se sta bene, verrà con noi» ha assicurato il ct, che ha rimandato di ventiquattr’ore l’ufficializzazione della lista dei 23 per Polonia e Ucraina, attesa entro le 12 di oggi.

L’analisi più lucida della convulsa giornata del ritiro azzurro l’ha fatta però Daniele De Rossi, che a Coverciano c’era anche sei anni fa nei giorni caldi di Calciopoli. «Ma stavolta è stato anche peggio – ha detto il centrocampista -. Stamattina sono stato svegliato dal mio compagno di stanza Pirlo che mi ha letto una notizia d’agenzia e siamo subito corsi giù a vedere che cosa fosse successo e quanto fosse grave la situazione. Che dire, sono molto dispiaciuto e spero che più persone possibile possano mettere a posto la loro situazione, anche se non credo possa essere così per tutte. Mi rendo conto che è brutto dirlo, ma mi auguro che almeno chi conosco, da Criscito a Mauri, riesca a chiarire tutto». De Rossi sa bene cosa significhi essere accostato a un’inchiesta, anche senza alcun titolo, visto che giusto un anno fa il suo nome era stato tirato in ballo in relazione a una presunta combine di Lecce-Roma: «Quando si spara un nome, anche se non c’entri niente diventa difficile convincerne le persone. Quando è successo a me, nonostante mi avessero avvisato dicendomi che potevo stare tranquillo perché non c’entravo, facevo fatica anche a uscire di casa perché qualsiasi persona incontrassi dovevo giustificarmi, sembrava che le mie fossero tutte scuse».

Sincero come sempre, De Rossi non ha problemi a dire quale sia la cosa che lo spaventa di più: «La paura è che ci sia davvero qualcosa sotto. Sentire degli arresti fa un brutto effetto, anche perché si tratta di un ragazzo contro cui gioco da anni e che conosco, tutto sembra tranne che una persona che possa avere a che fare con la deliquenza. Solo che tutto questo non vale più, valgono le carte e quello che verrà fuori. Mi auguro non ci sia niente di vero, però per arrestarlo…». Parole lucide, nonostante tutto intorno imperversi la bufera: «Il rischio di perdere la lucidità c’è sempre, ma non solo da parte nostra, anche per i giornalisti e tutti quelli che vengono coinvolti. Se mi lascia perplesso la tempistica della notifica dell’avviso di garanzia? Siamo a ridosso dell’Europeo, perché avrebbero dovuto farlo apposta?».

Intanto, però, Prandelli perde quello che con ogni probabilità sarebbe stato il terzino sinistro titolare. Criscito ha lasciato il ritiro prima che il gruppo partisse per Parma, ma prima ha voluto regalare la sua maglia a Fabio Pisacane, il giocatore della Ternana che denunciò alla Federcalcio un tentativo di combine e che ieri era in visita a Coverciano insieme a Simone Farina. Criscito e Pisacane si conoscono da lungo tempo, visto che entrambi vengono da Napoli e hanno giocato insieme nelle giovanili del Genoa: «Conosco Mimmo, è un bravissimo ragazzo e non posso credere a quelle accuse. L’ho incontrato, ma abbiamo parlato di altro e poi mi ha voluto regalare la sua maglia, mi ha detto “prendila tu, doveva essere quella degli Europei…”. Mi dispiace molto per lui». Quanto al diretto interessato, Criscito assicura di non avere mai conosciuto né parlato con il bosniaco Safet Altic, ritratto nella foto e presente all’incontro con lui e Sculli. «Io conoscevo i due ultrà che mi hanno detto che era un bosniaco, non lo conosco assolutamente e non l’ho neanche conosciuto quel giorno, non ci ho mai parlato». La polizia ha perquisito anche l’abitazione del giocatore: «Per fortuna mio figlio non ha visto niente perché è a Cinquale, loro sono andati a Genova. Io me li sono trovati in stanza stamattina verso le sei e un quarto. Non potevo immaginare, pensavo fosse uno scherzo. In camera con me c’era Ranocchia e non capivamo nulla di quello che stava succedendo, ma sono sicuro che ne uscirò alla grande, spero che il tutto si risolva il prima possibile. Io non ho bisogno di soldi, faccio il mestiere che sognavo da piccolo e non me lo voglio rovinare con queste cavolate. Fa male che sia accaduto il giorno prima della chiusura delle liste, ma sono sicuro che ne uscirò alla grande».

Difficile mettere tutto fra parentesi e pensare al campo. Dopo l’ufficializzazione della lista definitiva (conferma in vista per Borini), gli azzurri dovranno provarci a partire da questa sera al Tardini, dove affronteranno il Lussembrugo nella penultima amichevole prima dell’esordio europeo del 10 giugno contro la Spagna.

Il Romanista – Valerio Meta

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