Il Messaggero – DiBenedetto lascia a fine anno

La Roma presto cambierà presidente. Uscirà di scena, dopo un anno, Tom DiBenedetto che, eletto il 27 settembre, già il 14 dicembre scorso perse le deleghe operative della società giallorossa e oggi non ha più alcun ruolo strategico. Il suo posto sarà preso da un altro americano, nel senso che è esclusa la possibilità di un italiano al vertice del club. Il primo candidato è James Pallotta, 54 anni e socio forte del consorzio Usa fin dal primo giorno della nuova éra. Non è da escludere, però, un nome nuovo. Magari un socio che entrerà nelle prossime settimane a dar più sostanza alla proprietà statunitense. (…)

The front man è ormai James Pallotta. Anche per i dirigenti italiani Baldini, Fenucci e Sabatini. Per UniCredit da sempre. Proprio la sua potenza economica negli States convinse la Banca. Adesso l’imprenditore italoamericano è l’unico punto di riferimento. E’ sempre stato in questi giorni a contatto con Baldini e con la squadra. Ha fatto sentire la sua presenza, si è messo a disposizione per qualsiasi chiarimento. (…)

DiBenedetto, già meno presente negli ultimi mesi alla vita societaria, ha evitato di sovrapporsi a Pallotta. Anche se stasera sarà alla partita, al Fenway Park dei Red Sox, società di baseball della quale è tifoso e ha anche una quota. Del resto a Roma-Liverpool, l’amichevole di lusso tra le sue due squadre, non può mancare. Non sarebbe bello. Per la sua immagine. E’ azionista del Fenway Sport Group che è proprietario del club inglese e presidente giallorosso. Saluterà Zeman, ancora mai incontrato, e i calciatori. In tribuna si saranno anche Michael Ruane e Richard D’Amore che finalmente si avvicineranno alla Roma. Per gli altri due soci sarà la prima volta.

La Roma, insomma, si prepara ad avere il presidente numero 23 della sua storia, dal 1927 a oggi. Il passaggio di consegne è previsto entro fine anno. Avrebbe dovuto lasciare anche Pannes, impegnatissimo su altri fronti e pronto a tornare a lavorare a tempo pieno con la Raptor di Pallotta. L’ad americano è, invece, ancora al suo posto. Per il momento non è stato trovato un uomo del suo spessore per un incarico così delicato. Pannes ha partecipato alla crescita del merchandising: più 30 per cento (20 per cento dalla vendita delle maglie). (…)
Il Messaggero – Ugo Trani 

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