L’Espresso – Via al reality con Romolo e Remo

La Roma? «Un marchio che sia un’estensione e una personificazione della Città Eterna, parte integrale del motore affaristico della grande città nella quale il club risiede». In concreto, si tratta di portare allo stadio, possibilmente quello nuovo e non l’Olimpico, i turisti in visita. Di preferenza, quelli di origine italiana sparsi nel mondo. Il business plan della Roma diTom Di Benedettoquantifica un bacino di utenza potenziale enorme all’estero, con 25 milioni di italo-brasiliani, 20 milioni di italo-argentini, 18 milioni di italo-statunitensi. Ma in Brasile e Argentina nessuno tifa per un club italiano anche se si chiama Rossi o Esposito. Il vero bersaglio sono quindi i nostri cugini yankee. Visto che il calcio Usa non ha mai trovato spazio tra i colossi del professionismo sportivo (basket Nba, football Nfl, baseball Major league e hockey Nhl), negli States molti paisà hanno un cuore e un portafoglio da dipingere di giallorosso. Per conquistarli è prevista una campagna di marketing aggressiva mirata sulle metropoli americane (New York, Boston, Chicago, Los Angeles, Toronto).
Fra i progetti, ci sono un reality show (“Inside As Roma”), una selezione sportiva il cui vincitore entra in un’Accademia della Roma con possibilità di essere ingaggiato dal club, una trasmissione sul ritiro pre-campionato della squadra in onda sul canale pay americano Hbo (As Roma hard knocks), pacchetti speciali per le aziende (a cena con i grandi della Roma), programmi che “colleghino il club con la storia di Roma (Romolo e Remo)” e, chiaramente, l’allestimento del team di cheerleaders. La previsione è di aumentare le entrate da 136 milioni nel 2011 a 175 milioni nel 2015.
L’Espresso

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