Di Francesco vuole una notte da Barça

La Gazzetta dello Sport (F.M.Ricci/A.Pugliese) – Che poi la sfida di stasera gira anche un pochino lì, sull’aspetto psicologico. Con Di Francesco impegnato in ogni angolo a dispensare segnali positivi ai suoi e Valverde, invece, costretto a sgonfiare l’eccessivo ottimismo che si respira a Barcellona. C’è un po’ di paura di bruciarsi da entrambi le parti, anche se le ustioni di Valverde sarebbero inevitabilmente più dolorose di quelle del suo collega giallorosso. «Siamo qui con grande umiltà, ma per fare qualcosa di straordinario – dice DiFra –. Ci siamo conquistati questa chance e ne siamo orgogliosi, ma ora vogliamo continuare a sognare. Per riuscirci, però, dovremo essere bravi a concedere poche occasioni». Già. Facile a dirsi, poi però c’è il campo: «Loro hanno grande qualità nel palleggio e precisione nel fare gol. E’ una squadra che ti costringe ad abbassarti, dovremo essere bravi a fargli fare per 7’ quello che di solito fanno per 10. E’ chiaro, poi, che difendendosi solo e portandoli quasi sempre vicino alla nostra area avrebbero più possibilità di fare gol. Dovremo essere propositivi, sperando di fargli male. Anche se loro, nonostante un atteggiamento sempre molto alto, in casa in Champions hanno preso solo un gol. Ma se saremo bravi ad uscire dalla prima linea di pressione possiamo creargli dei pericoli. Il Barcellona lotta su ogni pallone, accetta l’uno contro uno a tutto campo. E’ una sfida che dovremo ad accettare, ma provando a vincere molti duelli». Ed allora sarà fondamentale quel che succederà in mezzo al campo, dove proprio i duelli saranno infiniti. «Non penso che il Barcellona si possa far condizionare dal nostro atteggiamento. Vedendo la partita con il Siviglia verrebbe da pensare di giocare 4-2-3-1. Ma in quella partita fino al 60’ mancava Messi e poi io non sono abituato a improvvisare. Cambiando darei un segnale di debolezza alla mia squadra, mentre noi dobbiamo avere sempre una nostra identità. Nainggolan? Sarà in campo al 50%, valuteremo…».

EUFORIA Dall’altra parte, invece, Ernesto Valverde è impegnato nella missione del pompiere. A Barcellona non è che la Roma faccia una gran paura. A Valverde la cosa non piace e ieri ha cercato di equilibrare le cose: «Non m’interessa il fatto che ci considerino favoriti, è una cosa che serve solo ai bookmaker. Una volta che inizia la partita siamo alla pari e le cose cambiano in funzione di ogni giocata, a cominciare dalla prima. Io so che se vogliamo passare dovremo fare due gare eccezionali, che la Roma non è qui per caso e che sarà difficile eliminarla. Gioca bene in attacco, è solida in copertura, una volta che si chiude è difficile da superare. Se si guardano le gare di Champions di questa stagione non c’è da sorprendersi nel vederla ai quarti». Elogi sinceri, che servono però a gettare acqua sulle fiamme dell’euforia generale di chi tifa blaugrana e vede i giallorossi come un avversario abbordabile: «La struttura dell’avversario, la forza del suo collettivo, la pericolosità sui calci piazzati con gente come Dzeko e Fazio, la pressione alta, la strategia. Ha laterali decisamente offensivi e se vorremo limitare i pericoli dovremo dominare la gara, tener palla e usarla bene». Valverde ha portato solidità difensiva al Barça: «Beh, se uno guarda la partita col Siviglia non so se è granché d’accordo – dice sorridendo il “Txingurri” –. Posso solo dire che non ci interessano le partite fuori controllo, col pallone che viaggia avanti e indietro senza sosta: preferiamo gare di sola andata, col pallone nei nostri piedi». Il Barça vuol fare la partita, come di consueto da queste parti.

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