Eusebio Di Francesco, non è bastata la Champions


Pagine Romaniste (M.Bandini) – Eusebio Di Francesco ritorna a Trigoria il 12 giugno 2017 dopo ben sedici anni dall’ultima volta, quando era calciatore. Il pescarese arriva tra lo scetticismo generale poiché, esclusa la squadra capitolina, non ha mai allenato un “top team”. Il tecnico esordisce con una vittoria, 0-1 contro l’Atalanta grazie ad una punizione vincente di Kolarov. Il percorso in campionato va avanti tra alti e bassi ed il 12 settembre siede per la prima volta in panchina in Champions League, 0-0 contro l’Atletico Madrid. La Roma poi passa il girone come prima lasciandosi alle spalle squadre come Chelsea e Atletico. Il cammino del club nella massima competizione europea lo conosciamo tutti. La squadra giallorossa chiude la stagione al terzo posto, con in tasca la semifinale di UCL. Ebbene, proprio qui comincia la discesa del mister. In estate arrivano le cessioni di Alisson (73 milioni), Nainggolan (24 milioni) e Strootman (25 milioni), quest’ultima a mercato praticamente chiuso. I rinforzi, però, non sono all’altezza delle uscite e il gruppo non è coeso. Nelle prime sei giornate infatti, le vittorie sono solo due. Anche in Europa il mister fatica e l’intera squadra viene fischiata nella trasferta di Plzen persa per 2-1. I giallorossi superano comunque i gironi. L’urna di Nyon dice che la Roma dovrà affrontare il Porto agli ottavi. La prima sfida finisce 2-1 per i capitolini. Il 2 marzo, però, il derby viene vinto 3 reti a 0 dalla Lazio. L’ex Sassuolo riceve un ultimatum: se non si qualifica ai quarti verrà esonerato. I portoghesi riescono a ribaltare il risultato della gara di andata e la squadra capitolina è fuori. Il mister viene sollevato dall’incarico il 7 marzo e saluta la squadra così: “Mi dispiace per quelli che ho utilizzato di meno, ma io ho fatto tutto per il bene della squadra. Sono felice di avervi allenato“. Passando ai numeri, il tecnico ha un bilancio di 46 vittorie, 18 pareggi e 23 sconfitte in 87 partite, con una media punti pari a 1,79 a partita inferiore sia a quella del suo predecessore Luciano Spalletti (2,15) che a quella del suo successore Claudio Ranieri (1,83). Sono 151 gol fatti e 104 i subiti.

IL CAMBIAMENTO NEGATIVO IN UN SOLO ANNO

Ma torniamo all’origine. Nella prima metà della stagione 2017/18 la Roma segna 30 reti, quasi due a partita (1,51) e ne subisce 13. La fase difensiva funziona e il trio Alisson-Fazio-Manolas mantiene, nei match in casa del girone di Champions, la porta inviolata. Nella seconda parte della Serie A le statistiche non calano. I sigilli sono ben 31 e i romanisti subiscono solo 15 reti. Dzeko comanda la classifica marcatori di Trigoria a quota 16.  Nella stagione 2018/19 la musica cambia, in negativo. Nel girone di andata i gol subiti diventano 22 e la Roma chiude al sesto posto con 10 punti in meno dell’anno precedente. L’unica nota positiva è la scoperta di Zaniolo. Nel girone di ritorno la situazione si fa sempre più pesante: nei primi 5 match i capitolini subiscono 9 gol. La difesa non da più sicurezza e Olsen non ha le qualità di Alisson. Anche il centrocampo non da più la copertura che dava prima con il contributo di Strootman e Nainggolan. L’unico “superstite” della metà campo rimasto è Daniele De Rossi che, però, dal punto di vista fisico non è al meglio. In attacco il bomber bosniaco non è più lo stesso e chiude l’annata con la metà dei gol della stagione precedente: 9. Insomma, con Eusebio Di Francesco la Roma è arrivata vicino al picco, sfiorando l’impresa in Champions e mantenendo sempre il terzo posto in campionato ma bisogna dire che il tecnico non ha saputo dare continuità nel suo secondo anno di gestione.

 

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