Di Francesco ospite a ‘Che Tempo che Fa’: “Credo alla rimonta con il Liverpool. I pochi violenti rovinano una tifoseria straordinaria”

L’allenatore della Roma Eusebio Di Francesco ha parlato della stagione dei giallorossi ai microfoni di Fabio Fazio. Il tecnico abruzzese ha tracciato un bilancio della situazione in campionato e in Champions League dei suoi, puntando l’occhio ad un’altra miracolosa rimonta, come accaduto in occasione di Barcellona-Roma. Parole anche sugli scontri prima della semifinale con il Liverpool che hanno provocato il coma ad un tifoso dei Reds. Queste le dichiarazioni del mister al programma televisivo ‘Che Tempo che Fa’:

Quanto dà fastidio quando ti danno i consigli per la formazione?
Non mi infastidisce assolutamente perché fa parte del calcio. Tutti si vogliono sentire importanti, specialmente nelle vittorie mi dicono ‘te l’avevo detto’, quando si perde non me lo aveva detto nessuno. In giro ci sono tanti ottimi consiglieri.

Una grande stagione dopo un inizio difficile, essendo il primo anno dopo l’addio di Totti…
In campionato sì, ma credo che in Champions League abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Sono venuto volentieri anche per lanciare un messaggio: io ci credo, questa squadra ha fatto già un grande cammino in Europa, arrivando alle semifinali che è una cosa difficilissima e ora non vogliamo fermarci. Non ci arrendiamo e vogliamo credere in questa rimonta perché è il mio modo di essere.

Siete l’unica squadra italiana in Champions…
Io sono ottimista per natura passando dagli errori che fanno parte del calcio. Il calcio però va portato alla realtà, è uno sport ed una gioia e deve essere vissuto in questo modo, poi è normale che per me è un lavoro e devo stare attento a molte altre dinamiche.

Sean Cox, immagini a cui purtroppo siamo abituati…
Sono contrario ad ogni forma di violenza, una minoranza di questi personaggi che non hanno nulla a che vedere con il calcio e con la passione per il tifo e con noi, vanno a rovinare l’immagine di una tifoseria straordinaria sotto tutti i punti di vista che ci ha sempre incitato e ci sosterrà anche mercoledì. Quelle persone sono invece da allontanare.

Hai letto titoli dei giornali dopo il Barcellona?
Non li ho guardati, però questo è il bello. Nel bene o nel male andare avanti, senza poi andare dietro all’esaltazione quando si vince o alla disperazione quando si perde.

Realizzare i sogni è la tua caratteristica, ci sei riuscito anche con il Sassuolo avendo raggiunto l’Europa League…
La cosa che mi spinge è la passione e trasmettere gioia. Vedere la gente gioire è la cosa che mi riempe più di orgoglio. Mi piace lasciare spazio agli altri quando si festeggia perché fa parte del mio lavoro e della mia vita in generale.

Tu volevi fare il corridore in bicicletta, un solitario…
Mia mamma era del Trentino ed era appassionata di Moser e nello scontro con Saronni tifavamo sempre per Moser. A mio padre anche piaceva il ciclismo ed ha provato a trasmettermelo ma alla fine per fortuna ha prevalso il calcio.

Il tuo nome arriva dall’attaccante portoghese Eusebio?
Si mio padre amava Eusebio, io mi dovevo chiamare Luca ma una volta andava soltanto il padre all’anagrafe ed ha scelto come primo Eusebio e come secondo Luca.

Tu hai avuto anche Zeman come allenatore. Lo consideri un maestro in tutto tranne che per la preparazione atletica…
L’ho fatta e ne sento ancora addosso le fatiche (ride, ndr). Ha una grandissima cultura del lavoro. Alle volte si eccedeva con la parte atletica, però ha una pacatezza, un modo di parlare e di porsi che mi ha fatto sempre molto ridere.

Tu invece sei un tipo elegante? 
Sono attento.

Chi pensi sia il profilo migliore per la Nazionale?
Ancelotti e Mancini sono gli allenatori più indicati in questo momento per la Nazionale. Non so se Ancelotti ha detto di no, magari alla fine potrà succedere qualcosa di nuovo. Costacurta potrebbe convincerlo.

Quando ti trovi contro tuo figlio Federico?
Mi nasconde sempre la formazione (ride, ndr).

Juventus-Napoli chi è la favorita per lo Scudetto?
Dopo la partita di oggi sembra che sia tutto delineato però la Juventus deve venire a giocare da noi, saremo determinanti, ma non per il campionato quanto per noi stessi.

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