Di Francesco: «Non ci gira niente. Dovevamo vincere noi. E col Barça…»

Corriere dello Sport (R.Maida) – La Roma gioca, gli altri vincono. Al termine di una settimana piena di ardore e sfortuna, errori e tensione, Eusebio Di Francesco si infila in un imbuto sdrucciolevole: oggi può perdere il terzo posto e ritrovarsi addosso anche la Lazio, che domenica prossima sfiderà nel derby. Per inseguire la chimera della semifinale di Champions League, con l’ingombrante sagoma del Barcellona nascosta qua e là, la squadra ha arraffato un punto tra Bologna e Fiorentina. La corsa Champions League del futuro è adesso assolutamente indecifrabile, almeno quanto questa Roma che è capace di prendere 2 legni, di calciare 9 volte nello specchio della porta, di tentare 16 volte da dentro l’area di rigore senza segnare. E di perdere perché la Fiorentina capitalizza al massimo le due del primo tempo.

RENDICONTO – I fischi degli oltre 41.000 tifosi forse sono un po’ severi ma i numeri fanno paura in prospettiva dello sprint finale: ieri è venuta la sesta sconfitta all’Olimpico in campionato (sono 7 se contiamo il ko in Coppa Italia contro il Torino), un rendimento che non è da Champions e neppure da Europa League. Solo nel 1947/48 nella sua storia ne ha subite di più. Di Francesco, che si è sbracciato in panchina per tutto il secondo tempo, ha provato a correggere la rotta cambiando giocatori e modulo ma alla fi ne è costretto a commentare un’altra delusione: «Sono veramente arrabbiato. E’ uno 0-2 bugiardo, non ci sta girando niente a favore. Di sicuro dobbiamo crescere come mentalità, essere più convinti di quello che facciamo. Ma se guardiamo la prestazione, la squadra che meritava di vincere era la Roma. Ma noi non siamo stati bravi a concretizzare. Non abbiamo segnato e la Fiorentina sì. Alisson avrà forse avuto un calo psicofisico nelle ultime due partite ma non può essere colpa sua se incassiamo gol così».

TURNOVERI cinque cambi di formazione rispetto a Barcellona non hanno pagato: «Non cerchiamo problemi che non esistono, nessun calciatore può giocare sempre. Quando hai tante partite è inevitabile modificare qualcosa, con il rischio di perdere un po’ di lucidità. Ma la Juventus a Benevento ne ha cambiati nove. E’ normale. Mi dispiace perché la squadra ha espresso i concetti giusti, specialmente nel primo tempo, con l’intenzione di attaccare la Fiorentina». Però la Juve punta a vincere un altro scudetto, la Roma invece resta indietro: «Sicuramente ci manca qualcosa, sia sul piano della qualità che della mentalità. E’ un demerito recuperare palla a 25 metri dalla porta senza riuscire a segnare».

RETROSCENA – Poi svela un dettaglio non secondario: «La partita si prepara attraverso gli allenamenti infrasettimanali. Per questo venerdì mi sono arrabbiato con qualche giocatore durante la seduta… Non si deve buttare la croce addosso a chi gioca meno ma a tutta la squadra». Perché non far debuttare Jonathan Silva al posto di Kolarov? «Perché per me non è pronto. E’ arrivato infortunato e ancora non penso possa giocare. E poi Juan Jesus nel ruolo ha fatto bene, ha messo dentro i cross migliori». Chiusura per Roma-Barcellona: «Si dice che non abbiamo nulla da perdere ma io ho voglia di sentire che stiamo perdendo qualcosa. Dobbiamo credere nella possibilità di una rimonta. E’ chiaro che se giochiamo senza cinismo, non andiamo da nessuna parte. Ma se faremo ciò che sappiamo, potremo toglierci delle soddisfazioni».

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