Di Francesco: “La partita di Londra contro il Chelsea ha cambiato la testa alla squadra. La capacità di rimanere corti fa la differenza”

Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, è stato intervistato da Roma TV durante la puntata di ExtraTime ed ha parlato anche di Alisson. Queste le sue parole:

Ai mister piace parlare di tattica…
Sì, fa parte del nostro lavoro anche per spiegare meglio la dinamica di gara e delle scelte fatte.

La Roma vista contro il Chelsea, dal punto di vista dell’interpretazione è stata la migliore…
Sono d’accordo, perché credo che sia stata la partita che ha fatto cambiare la testa e la mentalità della squadra. Quando proponi qualcosa di nuovo e vai ad attaccare la metà campo avversaria si aprono spazi dietro, quindi devi essere molto coordinato per andare a fare determinate pressioni. Quella partita ha dato grande consapevolezza alla squadra, ha dato forza a quello che io proponevo. Aver avuto la possibilità di lavorare con alcuni giocatori in ritiro sarebbe stato importante, anche per poter dare un’infarinatura generale delle mie richieste. Col tempo ci siamo conosciuti meglio e siamo migliorati. Da una ricaduta abbiamo fatto tesoro, speriamo non accada più.

Vengono mostrate delle immagini di Chelsea-Roma…
Se indirizzi alcune pressioni, facendo molta densità centrale è ovvio che è difficile e crea dei pericoli, perché da una palla sporca potrebbe nascere una parità numerica dietro. La forza che devi avere è quella di isolare la fascia in cui scegli di esercitare la pressione e creare degli uno contro uno. Con il Chelsea abbiamo avuto un grande approccio. Abbiamo fatto capire con Kolarov, in linea con il nostro attaccante, la nostra aggressività. Magari tenendo stretto il terzino opposto che veniva a ricreare uno sorta di superiorità numerica.

Si può riproporre sempre questa situazione…
Sì, dipende anche dalla giornata tua e degli avversari. Importante stare bene fisicamente, prepararla nel modo giusto e dare delle sicurezze ai ragazzi sulle varie uscite. Non la prepari solo tatticamente alla lavagna, in allenamento la parte dinamica è fondamentale perché ti fa capire dove limare al massimo il margine di errore.

Heatmap sulla partita contro il Chelsea…
Non sempre ci si riesce. Con il Napoli ad esempio non sempre ci siamo riusciti anche per la loro qualità e per come si era messa la partita a nostro vantaggio. Al di là di essere aggressivi è la capacità di rimanere corti a fare la differenza e la capacità di non essere passivi. Il vantaggio è non essere passivi ed accettare il palleggio degli avversari, che ti toglie forza e sicurezza.

Questo tipo di gioco richiede molta intensità…
Prima di tutto è mentale e poi viene l’aspetto fisico. L’alleni durante la settimana e la domenica col risultato e la prestazione ti convinci. C’è stato il periodo dove abbiamo fatto un tempo bene e poi male, a intermittenza. Lì abbiamo letto le situazioni male, dobbiamo essere bravi a capire quando perdiamo un po’ di freschezza, magari ci possiamo abbassare un po’, ma dobbiamo rimanere sempre corti. E’ una cosa che dobbiamo imparare a modulare. E’ successo a Kharkiv contro lo Shakhtar, dove nel primo tempo abbiamo recuperato tanti palloni, nel secondo tempo eravamo un’altra squadra.

La pressione…
Quello che fa impaurire il calciatore è il non riuscire a recuperare il pallone quando si fa pressione. Ci sono squadre di qualità che escono dalla pressione e se tu dopo tre pressioni sbagliate non ce la fai, inizi a preoccuparti. Ünder, per esempio, ha sbagliato qualche uscita in Ucraina, Ismaily è un giocatore capace di cambiare gioco facilmente e se non lo pressi è libero di fare ciò che vuole. Serve densità dentro e recuperare prima palla. Se tu sbagli le pressioni ti cambia tantissimo, ti toglie densità in mezzo al campo dove riesci a recuperare palla e diventi più pericoloso.

Heatmap contro il Napoli…
Venivamo da un momento particolare in cui avevamo bisogno di risultati, l’idea era sempre quella di andarli a prendere sapendo che quando non ci si riusciva dovevamo comunque restare corti e compatti. Se al Napoli dai possibilità di imbucare, è finita perché hanno grande qualità. E’ normale che qualche imbucata te la fanno, perché se si facessero tutte le partite come abbiamo preparato alla lavagna finirebbero tutte 0-0. C’è la qualità e ci sono le scelte dei calciatori che fanno la differenza.

La Roma ha fatto vedere anche di potersi adattare…
Anche contro lo Shakhtar, siamo  rimasti corti e non abbiamo concesso niente all’avversario. Ci sono delle partite in cui le squadre palleggiano basse perché vanno poco in verticale e noi dobbiamo essere bravi ad andarli a prendere alti, con transizioni positive che fanno male all’avversario. Se torniamo indietro alla prima parte di stagione, abbiamo fatto tanti gol recuperando palla nella metà campo avversaria, anche sui falli laterali, per capire che i ragazzi hanno trovato vantaggio e acquisito sicurezza.

Il periodo di calo ti ha fatto cambiare idea sulla mentalità?
Quando possibile mantengo la mia mentalità, il pensiero è sempre quello di far morire il prima possibile il gioco degli avversari, di inibire la fonte di gioco iniziale, vai lì e dimostri di poter dominare la partita, è il segnale. Il Barcellona ti porterà al contrario ma la forza è di farlo fare il meno possibile.

Contro avversari come il Barcellona subentra anche l’intelligenza della squadra…
Ogni squadra che affronti è diversa, la tua mentalità è la stessa, però quando incontri squadre che hanno poco palleggio, che sviluppano poca manovra, è normale che ti permettono di dominare la gara col palleggio. Non tutte le squadre ti permettono questo, perciò ogni gara ha una storia sé. Non dobbiamo partire col pensiero di aspettare, ci può stare perché sono bravi però l’aspetto fondamentale è rimanere corti. Ogni gara fa storia a sé e noi dobbiamo cambiare atteggiamento se serve, ribadisco che l’importante è rimanere in queste due fasi corti, quello che ci è mancato quando siamo calati, pagavamo in maniera impressionate i minuti fatti male, non eravamo belli nel senso che non eravamo compatti.

Adani spiega il gioco di Di Francesco…
Adani ha toccato quello che penso io, non mi piacciono gli attaccanti che attaccano le bandierine. Quello che ha detto di Fazio lo condivido pienamente. Quando siamo arrivati la preoccupazione di tutti era che Fazio non poteva giocare nella difesa a 4. E’ il giocatore più bravo e aggressivo a lavorare nell’anticipo nella metà campo avversaria. Questo fa capire che quando alleni una mentalità, attraverso i risultati ottieni ciò ciò che vuoi.

Andiamo a vedere le aggressioni nel derby…
Radu era basso e per questo non abbiamo accorciato subito. L’errore non è di Radu ma siamo stati bravi noi. Chi doveva accorciare era de Vrij, perché se lui avesse scelto di uscire forte su Nainggolan, Florenzi era in porta.

Qui c’è il succo di riconquistare palla alta…
Può succedere di contro anche a te. Fazio ha perso una palla a Crotone e Trotta era partito. Può accadere anche per colpa dell’allenatore perché voglio come primo pensiero che i ragazzi non buttino via il pallone. E’ una scelta sbagliata su un terreno in cui magari ti rimane sotto il pallone, succede anche questo. Bisogna vedere sempre dove uno vuole arrivare. Giocare dal basso non significa un passaggio fine a sé stesso, ma raggiungere la possibilità di arrivare in porta.

Nainggolan è un giocatore dinamico, può fare di tutto…
Sì, può fare vari ruoli a seconda del momento della partita. Ho voluto scegliere questo col Torino perché la squadra non riusciva a fare al meglio il 4-3-3. Kevin per esempio spesso si riabbassava per andare a fare il secondo mediano per avere maggiore aggressività e per mettere un giocatore vicino a Schick ho messo Radja là. Il 4-2-3-1 l’avevo attuato per un periodo per cambiare anche qualcosa nella testa dei ragazzi, era legato all’aspetto fisico. Cambiando modulo ho rialzato l’asticella di attenzione e concentrazione su alcuni aspetti. Poi ho rimesso il 4-3-3 e abbiamo fatto risultati importanti lo stesso. Non è vero che i numeri non contano, i numeri li fanno le caratteristiche dei giocatori in campo. Un Radja o quelli che metti in campo ti fanno capire che puoi giocare in qualsiasi modo.

Heatmap e statistiche su Nainggolan…
La differenza l’ha fatta la sua capacità realizzativa rispetto all’anno scorso. Quest’anno ha preso palo o ci sono state grandi parate del portiere, l’anno scorso trovava con più facilità la via del gol. Al di là della posizione, che magari qualche vantaggio glielo può dare giocando più avanti. Voglio questo atteggiamento. Essendo un destro può tendere a cercare il cross, a sinistra ci va molto meno e viene dentro. Se io voglio affrontare una squadra dove mi serve un piede di parte, lui gioca più a destra. Radja ha grande disponibilità a giocare dove chiedo, non mi ha mai fatto notare di voler giocare più dietro un attaccante o da mezz’ala. Col Torino è cambiata la squadra e non solo lui.

E’ cresciuto molto a Roma. Ha conosciuto la sua caratteristica da finalizzatore…
Sono annate che magari fai tanti gol e ti specializzi e capisci di essere diventato un giocatore importante. Radja non aveva fatto tanti gol, è stata un’annata particolare, fortunata, dove se li è anche andati a cercare molti gol. Ha fatto 8 assist quest’anno.

Convincerlo ad interpretare l’intermedio non l’ha condizionato?
Assolutamente no.

Il fatto di far giocare Alisson quasi da libero aggiunto risolve parecchi problemi…
In una squadra corta il portiere è fondamentale. E’ difficile che ti possano tirare in porta da 80 metri quindi è inutile che stia sotto la traversa. Sono pochi quelli che tirano da metà campo e hanno la capacità di farti gol.  Per poter attuare questo modo di aggressività il portiere è determinante.

Ci ha fatto vedere delle parate straordinarie. L’aspetto migliore è quello che lui sta crescendo anche con i piedi…
Ci abbiamo lavorato molto. Tendeva a rimanere distaccato nel lavoro di squadra. Faccio lavori di reparto dove partecipa anche il portiere, che si muove di conseguenza a quello che fa la squadra. La sua grande qualità è che fa diventare le cose difficile, facili. Questo lo rende un portiere veramente forte.

Tra le migliori 8 in Europa…
Sono contentissimo per la Roma, per l’ambiente e per i ragazzi. E’ un obiettivo che è stato raggiunto difficilmente a Roma, abbiamo lasciato qualcosa in campionato ma qua ci stiamo togliendo delle soddisfazioni e dico sempre di non accontentarsi. Dobbiamo guardare a noi stessi per affrontare le partite con lo spirito giusto e avere maggiore consapevolezza, con grandissimo rispetto per tutti. Il Barcellona è una squadra fortissima ma la paura non aiuta. Sono molto amico di Montella ci ho condiviso molte volte la camera qui a Trigoria, ma se devo sceglierne uno mi piace molto l’idea di calcio di Guardiola e come lavora con le squadre, non è il City dell’anno scorso. Hanno investito, ma la squadra all’inizio ha fatto fatica ad interpretare il suo pensiero. Quando fai le cose a metà non vengono bene.

Fanno vedere una frase di Guardiola…
Frase particolare. Ci gioca col fatto che non vuole dare punti di riferimento. Ha Aguero che non è il classico centravanti ma che attacca gli spazi e che viene incontro. Lo spazio, e il tempo, nel calcio sono troppo importanti per andare a ricercare quello che vuoi e lui è bravo a fare questa cosa.

Aquilani parla di Di Francesco…
Quando è arrivato a Sassuolo veniva dal Pescara, sa giocare e vede calcio, è veloce di testa. Il suo primo pensiero era una palla orizzontale e un tempo in più con cui giocare. Non significa per forza profondità, ma di muoverla. Lui è cresciuto tanto, ci ha dato una grande mano si è messo a disposizione di tutti. Abbiamo fatto l’Europa League e non avevamo i giocatori che sono abituati a fare 3 partite a settimana e un po’ l’abbiamo pagata. Però abbiamo fatto un ottimo campionato.

Il gol contro lo Shakhtar…
Con loro ho provato questa giocata, contro il Crotone aveva poco senso perché non ti dava la profondità. Tendevano a venire su in anticipo senza leggere la palla. Abbiamo avuto situazioni del genere anche a Kharkiv dove magari Dzeko per millimetri è andato in fuorigioco. Questa giocata viene spesso con i due attaccanti, perché uno viene e l’altro si butta, con uno solo viene avvantaggiato più l’esterno che arriva dopo, che è il primo attaccante. Era la giocata con cui potevamo far male.

Schick…
Deve solo continuare a lavorare perché le possibilità sono dietro l’angolo. Ha sempre dimostrato che quando entra in campo con la testa giusta e buona condizione fisica può giocare da tutte le parti. Predilige smarcarsi sul centro-destra perché è mancino e può dribblare e rientrare verso la porta. Non voglio fargli fare proprio l’ala perché non lo è, non sempre è stato facile fargli capire quello che chiedevo perché si è allenato col contagocce e ha avuto degli infortuni. Del talento non ne stiamo nemmeno a parlare.

Quando l’hai messo al posto Dzeko…
Il centravanti nel 4-3-3 non è uno che predilige solo la zona centrale. Dzeko tende a smarcarsi sempre sul centro-sinistra. Ci può giocare benissimo. Ha le caratteristiche per fare anche il centravanti, ma deve avere più continuità. Gli manca ancora un po’ l’attacco alla profondità, lui tende a fare un po’ il giro e deve essere più bravo ad attaccare la porta.

Under…
Il gol contro il Verona nasce dall’allenamento e dalla posizione che si è andato a prendere. Si viene a prendere la palla tra le linee e ammazza gli avversari. Perché con il suo piede favorito riesce a concludere in porta o servire i compagni.

E’ il più cattivo quando calcia in porta…
Ha la capacità di prepararsi il tiro in maniera impressionante, velocissima, fa la differenza. Vincenzo (Montella, ndr) non aveva qualità fisica (ride, ndr), quando si preparava per calciare era velocissimo: controllo e calcio. Under, per questo e non per altro, è simile, perché lui è anche veloce e ha grande capacità di saltare l’uomo.

La corsa Champions: una qualità di Spalletti, Inzaghi e Gattuso…
Spalletti ha una grande qualità, quella del saper preparare la partita contro gli avversari andando a ricercare determinate giocate. E’ sempre stato un estimatore di Zeman sotto il punto di vista offensivo. E’ molto bravo nella ricerca immediata degli attaccanti. Inzaghi è cresciuto tantissimo, grandissima gestione del gruppo che non mi aspettavo. Mi sembra un po’ esperto rispetto all’età che ha. Gattuso ha abbinato questo grande cuore e il senso di appartenenza, rispecchia tanto lui sotto questo aspetto. E’ stata veramente una sorpresa. A livello tattico il Milan ha dei concetti giusti.

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