Conferenza Di Francesco: “Col Milan è fondamentale per le nostre ambizioni. Montella? Un fratello” – VIDEO

Pagine Romaniste (F.Biafora) – Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro il Milan. Queste le sue parole:

Domani si chiude un mini-ciclo, come ha visto la squadra in queste settimane? In cosa è migliorata?
Sono migliorate tante cose in questo mini-ciclo, sono venuti dei risultati importanti. Normale che in alcune partite abbiamo dato continuità di prestazione, in altre meno. Sono contento della crescita della squadra anche dal punto di vista della manovra e della compattezza. Dobbiamo migliorare nella continuità durante la gara, dobbiamo rimanere corti nelle due fasi. Lavoreremo ancora su questo aspetto.

Cosa si sente di augurare a Montella? Che rapporto c’è tra di voi?
E’ veramente un fratello per me, per quello che è stato il nostro passato, quello che è stato il nostro vissuto, ma non solo a Roma, nasce da più lontano, da Empoli, dove siamo stati giovani, ragazzini, con magari poca possibilità di potersi andare a comprare una maglia o una vestito e questo ci ha fatto crescere insieme, nelle difficoltà e poi nella capacità di mantenere il rapporto negli anni. Come si dice “nel calcio non si sono amici”, io ho tanti amici nel calcio, tra cui Vincenzo che è un fratello per quello che abbiamo passato insieme. Auguro a lui la stessa cosa, di vincere da dopo-domani.

Qual è l’immagine che conservate tu e Montella di quello scudetto vinto nel 2001?
Siamo stati insieme in camera per due anni, la sua capacità di essere scugnizzo ed irnoica allo stesso tempo lo contraddistingue anche da allenatore. E’ la sua forza, quella di comunicare ma sempre con la battuta pronta. E’ una sua grandissima qualità.

Qual è la qualità che colpisce del Montella allenatore?
La grande capacità di comunicazione, di saper interagire, credo anche all’interno dello spogliatoio per quello che ho sentito dire, ma nello stesso tempo è molto bravo ad adattare e di sfruttare al meglio le capacità dei propri calciatori. Magari modificando il sistema di gioco, ma mantenendo sempre una certa filosofia, che è quella di cercare sempre di giocare e di far male agli avversari. Questa per me è la sua più grande qualità.

Domani si affrontano due squadre che hanno vissuto una costruzione all’opposto: il Milan ha mantenuto l’allenatore ma ha stravolto la squadra, mentre la Roma ha preso un allenatore nuovo ma domani, complici anche gli infortuni, forse l’unico volto nuovo sarà quello di Kolarov. Può essere questo un fattore a vantaggio della Roma?
La partita dirà tanto, poi noi qui siamo bravi in generale a fare e disfare in novanta minuti, per questo penso che questa gara non determini tutto anche se la ritengo molto importante per poter rimanere agganciati ai primi posti della clssifica. Il fatto che questa squadra abbia cambiato tanto diventa relativo, perché vedo che la squadra è in grande crescita. E’ cambiata un po’ l’idea di gioco, ma credo che con il tempo e con i risultati positivi ci sia maggiore convinzione. Mi auguro che questa possa dare molta fora e molta convinzione anche domani a San Siro, nell’affrontare una squadra che ha cambiato tanto ma ha messo dentro giocatori di spessore, non solo tecnico ma anche psicologico nel saper affrontare determinate gare.

Dopo Benevento Under è sparito un po’ dai radar. Il suo processo di crescita a che punto è? E mentalmente e dal punto di vista della personalità sarebbe pronto a giocare una partita così importante?
Sarebbe sicuramente pronto per poter giocare una partita così importante come quella di Milano. Comincia a parlare anche italiano e questo credo sia un aspetto molto positivo ed importante. Dal punto di vista della comunicazione ha avuto tante difficoltà inizialmente, però sa parlare una lingua ed è quella del calcio. Ha avuto delle difficoltà a Benevento, ma io con i giovani lavoro in un certo modo, cercando di caricarli relativamente di responsabilità, per quello deciderò tra stanotte e domani se farlo scendere in campo, per lo meno dall’inizio, ma so di avere un’arma importante se non dovesse giocare dall’inizio.

Negli ultimi quattro anni si è vista nella Roma un’incidenza altissima di infortuni muscolari e di gravi infortuni al ginocchio. Onestamente fatico a trovare un filo conduttore tra questi episodi visto che sono cambiati tecnici, preparatori, giocatori e sono stati rifatti dei campi. Lei riesce ad individuare una motivazione di questi infortuni e nel caso come si possono prevenire episodi del genere?
E’ troppo ampio questo discorso. Effettivamente ci si fanno delle domande, noi ne abbiamo avuti tanti anche se non lunghissimi dal punto di vista muscolare, più che altro ci sono stati tanti crociati che si possono legare alle tante partite, o al fatto che tanti ragazzi giovani passano dal campo sintetico al campo naturale. Qua non possiamo dire che ci siano campi pesanti, cosa che magari capitava di più a Sassuolo negli anni passati, dove gli infortuni erano all’ordine del giorno, ma ci stanno nel nostro mondo. Sono cambiati i ritmi, il ritmo degli allenamenti e il ritmo delle partite, il fatto che quando si va a giocare ad esempio a Baku si fanno 4 ore e mezza di viaggio, in un aereo si sta seduti e i muscoli piegati non sono certo aiutati. Ci sono tanti aspetti su cui ragionare, però oggi è prematuro puntare il dito su qualcosa o su qualcuno. E’ ovvio che su questo si debba riflettere e su questo si deve cercare di lavorare e migliorare. Però chi vive all’interno sa un pochino di più su queste cose qua, e sa che piccoli infortuni possono capitare quando si alzano i ritmi, perché per poter competere a certi livelli bisogna allenarsi duramente, non conosco altro modo. E per quello è importante la vita sana dei calciatori, con molti aspetti da curare come l’alimentazione, non solo quando si arriva al campo. Ci si prepara per potersi allenare in un certo modo e io devo esser bravo a portare questa gradne cultura del lavoro in questa squadra.

Il Milan è indicato già dall’estate come una delle favorite alla lotta al vertice, mentre la Roma continua ad essere snobbata, nonostante siate appaiati in classifica ma la Roma ha una partita in meno. Questa disparità le dà fastidio o rappresenta uno sprone?
Per me è indifferente, quello che è importante è il campo, i risultati, e quello che riusciamo a mettere come atteggiamento, che credo che poi alla fine faccia la differenza. Il fatto di non partire favoriti ben venga, ma questa non ci libera dalle responsabilità, perché come ho detto tutti ci aspettiamo sempre qualcosa in più da questa squadra, tutti si aspettano sempre qualcosa in più da me ed è giusto che sia così. Questa responsabilità a me piace, e anzi la possibilità di poter ambire a migliorarsi e a diventare una squadra importante passa anche attraverso partite come quella di domani, che sono delle vie fondamentali per poter poi ambire a qualcosa di più.

Manolas ha detto che vincere a Milano sarebbe importante per dare un segnale alle altre squadre del campionato. Anche per lei questa è la prima occasione per dire qualcosa di serio e importanti su quelli che sono gli obiettivi? Cosa significa per lei vincere domani a Milano?
Significa che il titolo su tutte le pagine dei giornali sarà «Roma c’è», nel senso che ci mettiamo in corsa, che è quello che vogliamo fare. Effettivamente quello che dice Kostas è un ambizione corretta e giusta, poi è normale che il campo può dire questo o altro, ma noi lavoriamo per rimanere ataccati a quel carro lì, e per poterlo fare dobbiamo avere quella mentalità, non con la presunzione ma con la consapevolezza di poter andare a prendere i tre punti avendo grandissimo rispetto di una squadra che ha giocatori importanti. Ma è giusto puntare ai tre punti a Milano.

Un commento sulla mancata convocazione di Nainggolan con il Belgio. Martinez ha detto che è una decisione prettamente tecnica, ma lei che conosce il giocatore e di calcio in generale, come giustifica una decisione del genere che sembra assurda, per un calciatore della qualità e della quantità di Nainggolan?
Tecnicamente, Nainggolan è uno dei top calciatori europei. E’ normale che ogni allenatore sia libero di fare le proprie valutazioni, magari il suo sistema di gioco non è adatto alle caratteristiche del calciatore, però secondo me bisogna andare un pochino più a fondo e sviscerare altre situazioni, dico che mi dispiace per il ragazzo ma allo stesso tempo dico che mi auguro possa dare qualcosa in più alla Roma per dimostrare che il suo valore al proprio tecnico, però non si può entrare nella testa degli altri, ed è giusto che ogni allenatore faccia le proprie valutazioni. Io invece me lo tengo molto stretto radja, te lo assicuro.

A Roma si dice che non ci sia pazienza verso gli allenatori, ma poi si guarda a Milano e si parla di ultima spiaggia per Montella e a Monaco viene esonerato Ancelotti. E’ questo un punto su cui rilfettere, in generale nel mondo del calcio sulla poca pazienza che si ha nei confronti dei tecnici?
E poi volevo chiederle se ha visto il gol di Totti e se le è piaciuto. Non l’ho visto il gol di Totti, ma la classe non muore mai, e lui ha classe in qualsiasi sport fa, anche a carte è sempre il numero uno perché è un vincente in tutto quello che fa. Riguardo alla pazienza nel calcio, 90 minuti nel calcio disfano e costruiscono, e ho detto tutto. Ma dipende anche da voi, lo state chiedendo a me ma forse dovrei chiederlo io a voi, perché credo che Ancelotti sia stato esonerato – e mi dispiace, ma fa parte del nostro lavoro – ed è già stato avvicinato a 4 o 5 panchine. Io credo che sia anche un po’ esagerato. Auguro a mister Ancelotti di poter rientrare ma magari in futuro, perché siamo a settembre e dopo poche partite si troppo frettolosi in tutto quello che si fa. Ma se il Bayern ha scelto così, questo non lo posso sapere.

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