Di Francesco: “Florenzi è il nostro piccolo Callejon. Ho visto una crescita generale, abbiamo giocato con la testa. La Roma c’è” – VIDEO

Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, al termine della gara di campionato vinta 2-0 contro il Milan ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

Una vittoria ricercata, un parere sulla partita… 
Squadra matura perché venivamo da una settimana particolare. Ai miei ragazzi ho detto che contava la testa, la squadra ha rischiato poco, ad un certo punto ho cambiato dal punto di vista tattico alzando Nainggolan.

Questa è la giornata più bella e importante della tua carriera? Ti dispiace poter aver messo in difficoltà Montella? 
Dopo la partita siamo grandissimi amici ma durante è una guerra e questa volta l’ho vinta io. È stata una vittoria importante ma non la più bella. La più importante è stata quella in Champions. Roma meno arrembante delle altre volte.

Roma meno arrembante delle altre volte. Il Milan è stato superiore in alcune fasi… 
Se guardiamo i numeri quando uno è superiore tira tanto in porta e il mio portiere para ma ne ha fatta una sola. Tiri nello specchio ne abbiamo fatti di più.

Si aspettava un Milan simile? Quanto è vicina la Roma che stai cercando? 
Sei vuoi essere aggressivo devi alzare gli esterni e noi non ci siamo riusciti. Le partite non si possono dominare per 90 minuti, con l’Inter abbiamo dominato per 70 minuti e abbiamo perso. Il Milan ha Silva che è molto interessante. Il Milan ha grandi potenzialità. A noi mancano tanti giocatori che darebbero maggior valore nelle alternative, siamo carenti davanti ora.

Strootman come sta? Il campionato, se potessi far sparire una squadra, Juve o Napoli?
Non voglio dire il Napoli ma lo penso, la Juventus è sempre arrivata anche se il Napoli è una squadra che è una sinfonia e vorrei che anche la mia squadra cresca così. Dobbiamo migliorare nel gioco. Strootman ha preso una botta forte forte che non gli permetteva di correre.

Il pericolo maggiore che corre la Roma? 
L’esaltazione, è più giusto esaltarsi che buttarsi giù. I ragazzi stanno crescendo, io sono un martello anche se non lo dimostro.

DI FRANCESCO A MEDIASET

E’ mancato qualcosa dal punto di vista del gioco, ma grande personalità.
Anche dal punto di vista mentale, lo avevo detto ai ragazzi che della partita sarebbe stata importante la parte psicologica, al di là dell’aspetto tecnico e fisico. Rimanere in partita, avere equilibrio, e prima o poi il gol lo avremmo trovato. In alcune fasi della gara potevamo far meglio, ma devo dire che siamo stati bravi ad accelerare nel momento opportuno e tenere una buona gestione generale della palla.

La Roma c’è?
Siamo venuti qui per vincere, per prendere i tre punti e non perdere la corsa, rimanendo attaccati alle squadre importanti. Abbiamo una partita in meno, che ci toglie qualcosa dal punto di vista psicologico. Anche se non sono tre punti, dobbiamo ancora giocarla, non aiuta. Abbiamo vinto in Champions e non accadeva da sette anni, abbiamo vinto a Milano e con le altre, anche se, come dicevano, erano tutte facili. Oggi è stata la dimostrazione che la squadra c’è e comincia a trovare determinati automatismi. Sono felice, concede anche poco agli avversari. E’ una crescita generale.

Per lo scudetto?
Siamo dietro gli altri e ci teniamo volentieri dietro, cercando di guadagnare punti partita dopo partita. Spesso si butta tutto il lavoro per 90 minuti, contro l’Inter abbiamo perso per 20 minuti in una partita giocata ottimamente. Dobbiamo rimanere con i piedi per terra, ma consapevoli che abbiamo determinate caratteristiche. Nonostante le numerose assenze, non avevo grandi alternative in avanti. La squadra ha risposto bene. Tanti di questi calciatori hanno giocato tre partite consecutive in una settimana ed hanno fatto 5 ore di volo per Baku.

Quanto ti dà fastidio non aver giocato contro la Sampdoria?
Sì, dici bene. E’ solo l’aspetto mentale. In quel periodo lì ci ha fatto comodo perché dovevamo affrontare una squadra fortissima come l’Atletico Madrid e noi non eravamo nella condizione ottimale sotto tutti i punti di vista, venivamo dalla sconfitta per l’Inter. Ci ha fatto bene per altre cose ma ci toglie qualcosina perché l’avremmo voluta giocare subito. Purtroppo non è stato possibile, non per colpa di qualcuno, ma perché proprio non si poteva. Guardo la crescita della squadra che si è messa dietro ed ha capito che per competere a grandi livelli bisogna essere corti e cinici al momento giusto.

Vuole salutare Montella?
Ci scambiamo un po’ i risultati. Lo scorso anno è stato il contrario, avremmo meritato qualcosina in più. E’ veramente un amico, l’affetto va oltre. Gli auguro ogni bene.

DI FRANCESCO A SKY

Il titolo è “La Roma c’è”, lei che articolo scriverebbe?
Che abbiamo dimostrato di essere squadra in una settimana in cui c’è stato qualche infortunio di troppo, dove abbiamo fatto un viaggio lunghissimo che un pochino poteva pesare sulle nostre gambe e abbiamo perso Strootman nel primo tempo. Un insieme di cose che ho detto anche alla mia squadra prima della gara, questa partita andava giocata più che col fisico e con la tecnica, con la testa. Abbiamo dato prova di consapevolezza, maturità da parte di ragazzi che hanno concesso pochissimo agli avversari. Ci sono stati periodi in cui hanno avuto un po’ più il pallone di noi ma abbiamo colpito al momento giusto e siamo stati bravissimi a portare a casa un risultato importantissimo.

Può essere la partita della svolta?
E’ giusto quanto diceva Vincenzo, bisogna credere nel proprio lavoro, è normale che poi a volte il campo dice altro. Io dico che anche noi facendo questo lavoro cerchiamo di trasmettere tutto quello che dicevo prima, poi tante volte gli episodi o altre cose che fanno parte delle partite possono cambiare le gare. Vincenzo è innanzitutto un amico e gli auguro ogni bene.

Un applauso particolare a Florenzi?
A me non serviva il gol per capire che giocatore è, che mentalità ha, che voglia e che testa abbia. Dove lo metti sta, ma in senso positivo perché accetta ogni cosa e sa fare un po’ tutto, ma lo sa fare bene. Quando oggi mi hanno chiesto che ruolo sa fare bene, lui mi ha detto “sono un terzino fortissimo” ma io gli ho detto che lo limitava definirsi così perché da terzino ha altre qualità e ne perde qualcuna, da esterno è un grande giocatore perché tempi di inserimento come un giocatore unico. E’ il nostro piccolo Callejon.

Quasi compari con Montella…
E’ rispetto per un lavoro che non è facile e per i colleghi che trasmettono determinate cose. A volte ci s attacca a qualcosa che un allenatore deve dire giustamente e deve crederci.

Gli infortuni li hai trasformati in vantaggi…
La difficoltà maggiore, lo dicevamo anche coi ragazzi, era andare a prender Biglia. Quando si gioca col 4-3-3 contro un 3-5-2 è un giocatore con cui fai fatica. Nel secondo tempo ad un certo punto ho chiesto ai giocatori di alternarsi nel ruolo di mezz’ale ma facevano un po’ fatica, allora ho messo Radja fisso su di lui in fase difensiva, quasi un 4-2-3-1 ma era quello che un po’ volevo quando difendevamo. Non siamo stati bravi, questo faceva abbassare gli esterni perché non andavamo in aggressione giusta. Negli ultimi 20 minuti abbiamo rubato 5-6 palle nella loro metà campo che era quello che abbiamo preparato. E’ mancata un po’ di continuità nell’aggressione ma se ci pensate può essere normale, ci sono anche giocatori di alta qualità dall’altra parte.

Siete un po’ mancati nel rifornire l’attacco…
E’ normale che quando giochi con tre attaccanti, questi devono fare giocate di qualità cercando spesso l’uno contro uno, cosa che Stephan oggi ha fatto meno ed è stato meno determinante in quello che io volevo. E’ stato troppo poco tra le linee ed era un po’ isolato, per questo ho fatto la scelta di mettergli vicino un centrocampista che ci permetteva di essere più aggressivi. Quando giochi 4-3-3 e giochi contro i 5 il rischio è di abbassarti, non volevamo ma il Milan è stato bravo e noi meno nell’aggressione. Stiamo lavorando e mi auguro che miglioreremo più avanti.

La marcatura di Nainggolan su Biglia ha dato impulso all’attacco, si potrà rivedere?
Sicuramente sì, non cambia la filosofia o la ricerca di attaccare ma cambia pochissimo. Mi interessa che le mezz’ali siano brave ad alternarsi e girare, oggi è valso la pensa farlo. Dipende anche dalla partita , cambiare tanto non è giusto perché togli certezze ai calciatori.

DI FRANCESCO A ROMA TV

Vittoria importante, si da una sterzata?
Sì, la squadra mi è piaciuta perché ha giocato con la testa, venivamo da un lungo viaggio ed era tutto particolare. Abbiamo saputo soffrire, riuscendo a concedere pochissimo agli avversari, e abbiamo sfruttato al meglio le occasioni.

La gara era stata preparata così? Per alzare il ritmo verso la fine?
Assolutamente no, direi una bugia. Volevamo essere aggressivi ma c’era difficoltà nell’andare a prendere Biglia. Poi quando ho chiesto di andare prima alle mezzali, ho messo Nainggolan fisso su Biglia e la squadra ha cambiato le sorti della gara. Ci siamo difesi bene, compatti come linea.

Strootman in che zona si trova meglio?
Non lo so, lui spesso vuole adattarsi alle caratteristiche di Radja. Poi in base alle partite hanno disponibilità, ci sta che si invertano i due. Oggi in partenza volevo che stessero in quel modo, col piede di parte.

In certe situazioni Nainggolan è stato passivo nell’intercettare?
Sì, è il rischio del 4-3-3, è quello che non mi piace, quando si appiattiscono i centrocampisti. Questo crea poca pressione, loro arrivano con gli esterni guadagnando campo e il terzino era sempre nei guai.

Al gol di Dzeko si è tolto il blocco mentale?
Ho chiesto ai ragazzi la capacità di saper restare in partita, potevamo partire male in certe situazioni. Nel primo tempo abbiamo comunque recuperato 4-5 palle determinanti ma non lo siamo stati. Oggi mi serviva partita di testa, e i ragazzi l’hanno fatta.

Quanti giocatori conti di recuperare dopo la sosta?
Spero di portare Schick e Karsdorp in gruppo, non saranno al meglio ma mi danno soluzioni. Abbiamo recuperato al meglio Florenzi, che è un’arma in più, ha dimostrato di essere importante da esterno alto.

Strootman?
Non era in forse, ieri aveva avuto un fastidio ma niente di particolare. Ha preso una brutta botta che non gli ha permesso di continuare, la classica “vecchietta” che non gli consentiva di correre.

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