Di Francesco ed il 3-4-3 nato di notte

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Aveva promesso in famiglia che non sarebbe diventato matto facendo l’allenatore, che avrebbe scelto una vita più tranquilla. Eusebio Di Francesco ci aveva anche provato: aveva cominciato la carriera di dirigente, aveva rilevato in gestione uno stabilimento balneare a Pescara, ha intrapreso qualche attività immobiliare. La famiglia viene prima di tutto, ma poi il richiamo del campo di calcio è stato più forte di qualsiasi altro ragionamento. E oggi che si ritrova a essere uno dei primi quattro allenatori d’Europa, con una squadra che sulla carta è inferiore alle altre tre e con una società che ha un fatturato decisamente inferiore, non rimpiange la scelta che ha fatto. Anche se la notte non prende sonno pensando a come far giocare la Roma. Ha passato notti intere a ragionare su come mandare in gol una squadra, che è tra quelle che crea più occasioni da gol, ma che non la butta dentro. Sabato notte, dopo la sconfitta on la Fiorentina, ha pensato al 3-4-3. Domenica mattina lo ha detto in riunione ai suoi collaboratori. Uno gli ha risposto: «Sei matto? Se andiamo fuori con questa formazione ci ammazzano». «Non mi interessa, preferisco rischiare», la risposta di Eusebio. Chi lavora con lui assicura che sia un visionario, per questo si trova in sintonia con Monchi. Adesso andrà avanti con questo modulo, che piace anche ai giocatori.

L’UOMO –  Eusebio è un grande allenatore e un ottimo professionista. Ha sempre scelto i toni bassi, evita le polemiche, le ostentazioni dell’euforia. Nei momenti di difficoltà ha trovato il conforto di chi lo conosce bene: Totti e Bruno Conti su tutti. Dopo la partita è stato a cena con la famiglia e qualche amico in un ristorante sulla Flaminia: venti persone tra cui fratelli, nipoti, moglie e figli. Un brindisi e all’una e mezza era a casa, mentre il presidente faceva il tuffo in fontana. Martedì Di Francesco all’Olimpico ha sbalordito tutti. Ha ricevuto i complimenti di Pirlo, Hagi, Zago e Aldair, che hanno fatto il tifo per l’ex compagno. Hagi, che ha giocato due anni nel Barcellona e conosce l’ambiente, gli ha detto: «Non ho mai visto il Barcellona perdere tempo, hanno capito che sarebbe stata una serataccia»

L’ALLENATORE – In tribuna osservatori di tutto il mondo, anche di Monaco, Psg, Chelsea e Zenit, grandi club in cerca di un allenatore. Di Francesco piace e ha conquistato l’Europa, ma è legato alla Roma. Ancora un anno di contratto e un sentimento di riconoscenza profondo. Del rinnovo del contratto non si è ancora parlato, ma accadrà presto. Il giorno dopo l’impresa Di Francesco si è concesso per i selfie con i tifosi all’uscita da Trigoria e ha scherzato con qualche cronista: «Non ci dobbiamo fermare. Vedere questo entusiasmo dei tifosi è motivo di soddisfazione. Abbiamo fatto una grande cosa, ora continuiamo a sognare. Fa piacere che abbiamo fatto qualcosa che resterà nella storia del club e che siamo riusciti a rappresentare degnamente il calcio italiano». Poi si prende una piccola rivincita, quando gli ricordano la mossa tattica che ha mandato al tappeto il Barcellona: «Ho preso ogni tanto degli schiaffi ma ha saputo sempre reagire, va bene così».

IL SINDACO – I genitori lo aspettano dopo il derby a Dragonara. E’ un quartiere di San Giovanni Teatino, dove il sindaco Marinucci vuole organizzare qualcosa per il cittadino più famoso: «Non stiamo nella pelle, Eusebio ha fatto un’impresa eccezionale. Ci conosciamo tutti, è il vicino della porta accanto, è molto generoso, impegnato nel sociale. Siamo orgogliosi di lui, il risultato sportivo parla da solo, ma l’uomo è altrettanto eccezionale. Con l’assessore allo sport, suo amico di infanzia e romanista sfegatato, stiamo organizzando qualcosa, ancora top secret».

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