Conferenza Di Francesco: “In queste due partite dobbiamo fare sei punti. La Roma è cresciuta sotto molti punti di vista” – VIDEO

Pagine Romaniste (da Trigoria F.Biafora) – Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro la Juventus. Queste le sue parole:

Si è parlato troppo poco dell’importanza della partita di domani. Lei cosa ha detto alla squadra?
So quello di cui abbiamo parlato nello spogliatoio. Credo che sia una partita molto delicata ed importantissima, abbiamo un obiettivo importante da raggiungere e cercare di mantenere. Teniamo tantissimo al terzo posto.

Domani saranno 50 presenze sulla panchina della Roma…
Mi auguro di farne tante altre ancora. Credo che sia un piccolo obiettivo ma, come dico sempre, mai accontentarsi. Al di là della quantità delle panchine, spero che le altre che verranno saranno di maggiore qualità rispetto a queste già fatte.

Quali sono i tre elementi per avvicinarsi alla Juventus?
Dobbiamo lavorare tanto, cercare di dare continuità ad un certo tipo di squadra, di mentalità, di idea. La Juventus ha vinto tantissimo, non solo con Allegri, ma anche per una mentalità interna, hanno l’abitudine a vincere. Questo è un grande vantaggio per la Juve. La Roma questi anni è arrivata sempre seconda e terza, è stata sempre un pochino dietro. Il gap c’è sempre stato, non è che arrivo oggi io e riesco a trovare la medicina giusta per risolvere questo problema, se così vogliamo chiamarlo. Sicuramente dobbiamo migliorare sotto tanti punti di vista e dobbiamo rinforzarci dove siamo un pochino deficitari o dove possiamo fare qualcosina in più. Un passo in avanti l’abbiamo fatto, proprio come fa la Juventus, cercando di trattare anche le partite meno importanti allo stesso modo, è una cosa che ho detto spesso nell’ultimo periodo.

Under, Strootman e Juan Jesus giocano?
Un paio sì, uno non lo so ancora. Giocheranno Dzeko, Alisson, Florenzi, Kolarov, De Rossi e anche El Shaarawy, poi gli altri vediamo. Te ne ho detti tanti, forse ne ho detto qualcuno in più rispetto ad Allegri.

Si aspettava la differenza di rendimento in casa tra Champions e campionato?
Al di là degli scontri diretti, in casa abbiamo subito troppe sconfitte. La crescita deve passare anche da questo, l’Olimpico deve ritornare un fortino. La Juventus costruisce tantissimo dei suoi campionati in casa. Dobbiamo essere ancora più bravi a sfruttare il fattore interno. Mi auguro che nel futuro, ma anche a partire da domani, questa squadra migliori il suo rendimento interno. Fuori casa abbiamo fatto veramente bene, anche dal punto di vista difensivo, che ha fatto la differenza a volte.

La società le ha sottolineato l’importanza del terzo posto?
E’ un obiettivo che sto dicendo da diverso tempo, se vi ricordate anche nelle conferenze prima di questa gara. L’input della società dietro è fondamentale. L’obiettivo primario è arrivare in Champions League, ma per tanti motivi, per prestigio ma anche per mentalità, è giusto ambire di arrivare terzi ed è il desiderio mio e della squadra.

La partita di domani può essere un importante messaggio alla Juve per la prossima stagione?
Diventa tutto relativo, non credo che sia per lanciare un messaggio, è più per noi stessi, per una mentalità interna, per portare avanti un determinato tipo di mentalità e dobbiamo ambire a fare del nostro meglio e cercare di vincere. Poi nel campo sapete benissimo che ci sono tre risultati e la Juventus ha grandissimo entusiasmo e leggerezza nell’andare ad affrontare questa gara perchè ha le mani sullo scudetto. L’anno scorso qui ha perso, ma non l’ha affrontata con grandissima determinazione perché aveva altri obiettivi successivi. E’ una squadra che ha la facilità, a differenza nostra, di affrontare certe partite in questo momento della stagione.

Ci sarà la tua impronta nella campagna acquisti?
Io non faccio campagna acquisti, io alleno i calciatori. È una cosa che si è sempre detta e che è giusto chiarire. E’ prematuro in questo momento parlare di campagna acquisti e di mercato. Abbiamo una partita importantissima da affrontare e l’obiettivo primario è la Champions, poi eventualmente si inizierà a parlare di altre situazioni. Non ne ho parlato neanche con la società di quello che è il mercato in maniera concreta, perché il nostro primo obiettivo è la Champions. Poi è normale che l’allenatore è importante nelle scelte che si fanno, anche perché gli altri cos’ capiscono meglio me, quello che voglio.

Sembra non esserci più quella cattiveria nella rivalità tra Roma e Juventus, è cambiato qualcosa?
Io credo che possa essere anche cambiato come sensazioni, ma sul campo, dal mio punto di vista, non esistono amici, compagni, colleghi, figli e fratelli. Per quello va affrontata con grande determinazione e dobbiamo avere il desiderio di prevalere sugli avversari. Lo dico per il discorso che facevo prima, di mentalità. Si può essere gentili quando si è fuori ma quando si è dentro bisogna dare sempre il massimo e cercare di prevalere su ogni avversario.

Che segnale sarebbe fare 6 punti in queste due partite?
E’ il nostro obiettivo, poi il campo dà le risposte. Il problema di fondo è sempre quello, nel parlare a posteriori tutti fanno dei discorsi che vanno un po’ al di fuori di quello che è realmente. L’obiettivo è fare 6 punti, chiudere il campionato alla grande, portare più punti possibili a casa. Poi cosi potete scrivere -11, -10, -9, -8 e quei numeri che secondo me lasciano un po’ il tempo che trovano. Conta solo chi vince, non la differenza di punti. Però cercheremo di portare a casa i 6 punti, perché è giusto farlo, per rispetto generale e perché vogliamo farlo.

Dopo questa stagione la Roma è più vicina alla Juve?
Sì, è cresciuta sotto tanti punti di vista. In campionato siamo in ritardo, in Champions abbiamo fatto meglio della Juve, se andiamo a guardare i risultati. Questa è la dimostrazione che qualcosa di buono abbiamo fatto ma per arrivare a quella mentalità c’è ancora tanta strada e tanto lavoro. Loro non lasciano nulla al caso, anche in Champions hanno combattuto fino alla fine nonostante dopo l’andata sembrassero già fuori, non muoiono mai. L’hanno dimostrato anche in campionato quando già si festeggiava, loro sono rimasti sul pezzo, attenti, concentrati e determinati e parlando un po’ meno hanno fatto i fatti.

Qual è la sua idea sulle squadre B?
Io sono nettamente favorevole, è ovvio che allenando una grande squadra sarebbe un grandissimo vantaggio per far crescere i giovani, ma non mi fermo qui. Questo deve essere un valore aggiunto per la Lega Pro, perché porteremo squadre importanti a giocare con squadre meno conosciute e saranno conosciuti i nostri giovani ma verranno seguiti anche gli altri giovani, deve essere una vetrina per i campionati inferiori. Ci devono essere le regole giuste per non ledere le squadre di B e C. Bisogna avere grande rispetto per le squadre che lottano in queste campionati da tanti anni. Sono per il cambiamento e l’innovazione. La dimostrazione l’abbiamo avuta in Spagna dove i giovani sono cresciuti, arrivano in prima squadra con qualcosa in più dal punto di vista della determinazione e della cattiveria con esperienze in campionati importanti. A me piace, sono completamente d’accordo.

Al termine di questa stagione si sente di pretendere qualcosa in più come obiettivi di mercato?
I conti non li faccio io. Lo ribadisco: il fatto che noi dobbiamo ambire a fare sempre meglio e a cercare di avvicinarci agli altri è giusto, lo possiamo fare. Dobbiamo ambire a migliorare quanto fatto in campionato e cercare di mantenere quello fatto in Champions. Dobbiamo rifare ancora meglio quanto fatto quest’anno. E’ normale che da parte dell’allenatore c’è sempre il desiderio e l’ambizione di poter migliorare la propria squadra. Non sono discorsi che posso fare qua dentro ma sono discorsi che farò con chi li dovrò fare. Insieme si cercherà di trasmettere gli obiettivi generali.

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