Gazzetta dello Sport – Di Biagio: “Luis Enrique è ok. E la Roma diverte”

«La Roma è la squadra più divertente del campionato. Ed è un crescendo continuo». Storia, teoria e differenze del 4-3-3, parola a Gigi Di Biagio, che dopo aver applicato quello del maestro Zeman e aver studiato quello di Luis Enrique, ne ha tratto una sua versione personale, che applica con la Nazionale Under 20.
«Ma non mi piace che si dica che ho copiato quello del boemo, nonostante l’enorme stima — dice il selezionatore azzurro — Io cerco di limare i difetti, del suo 4-3-3. Che, peraltro, è completamente diverso da quello del tecnico della Roma: Zeman voleva arrivare in porta con verticalizzazioni improvvise, Luis Enrique attraverso il possesso palla. Forse, a volte la Roma esagera pure, ma si vede che è una precisa richiesta dell’allenatore. Le sue idee le conosciamo e i risultati cominciano a dargli ragione. Io la Roma l’ho vista bene anche nel derby con la Lazio: è finito male, ma nel primo tempo avevano giocato solo i giallorossi».
Il 23° uomo Per l’ex centrocampista della Nazionale di Cesare Maldini, non è criticabile neppure la scelta che in molti rimproverano all’asturiano, quella di cambiare ogni volta gli interpreti: 12 partite ufficiali e 12 formazioni diverse. «Nel calcio di oggi, con l’equilibrio che c’è in giro, spesso quello decisivo è il 23esimo giocatore, l’ultima delle riserve — dice Di Biagio —. Luis Enrique sta rendendo partecipi del progetto tutti i suoi giocatori, li sta responsabilizzando, e quando più avanti ne avrà bisogno ci potrà fare affidamento. Il calcio non è più quello di una volta, con un blocco di 14-15 giocatori che gioca tutte le partite. Tra i nuovi, Gago è quello che mi ha sorpreso di più: ero convinto che fosse un doppione di De Rossi e Pizarro e che la Roma avesse ancora bisogno di un centrocampista interno di livello, lui si è adattato alla grande, inserendosi subito. Pjanic ha grandissime qualità, Lamela non è certo una sorpresa, lo avevo detto, quando la squadra stentava, che la vera Roma l’avremmo vista solo quando avrebbero ingranato Lamela e Bojan, non certo col tridente Totti-Borriello-Osvaldo, che per caratteristiche faticano a giocare insieme. Il giovane talento argentino neppure credevo potesse arrivare alla Roma, pensavo che Inter, Milan o Juventus fossero in vantaggio. Sento dire che viene paragonato a Kakà, a me invece Lamela ricorda più un Robben: mi sembra uno che parte dall’ala destra, con scatti continui, non troppo lunghi, per poi calciare in porta col sinistro».
Vecchi amici Domenica, all’Olimpico, la Roma di Luis Enrique se la vedrà col Lecce di un suo vecchio amico, Eusebio Di Francesco. «Una persona splendida, a cui devo molto: io dico sempre che in Nazionale mi ci hanno portato lui e Tommasi, tanto giocavano bene in quella Roma. Sono ormai quattro anni che allena, è uno che cerca sempre di dare un gioco alle sue squadre. Il 4-3-3 piace pure a lui, ma non è un integralista, si adatta alle caratteristiche dei giocatori e infatti in questo periodo utilizza il trequartista. Panchina a rischio? In Italia, a parte 4-5 fortunati, tutti i tecnici sono sempre a rischio».
Gazzetta dello Sport – Francesco Oddi

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