Destro, il predestinato che è rimasto incompiuto

Trenta luglio del 2012: la Roma annuncia «l’acquisto temporaneo di Mattia Destro a fronte di un corrispettivo di 11,5 milioni». L’accordo prevede il diritto di opzione per l’acquisizione a titolo definitivo per un valore di euro 4,5 milioni e nell’affare rientrano anche Piscitella e Verre, valutati rispettivamente 1,5 e 3 milioni. All’epoca in molti lo definirono un colpo. E in effetti Destro aveva la stigmate del centravanti del futuro. Prima stagione difficile, sia per la convivenza con Osvaldo che per il mancato feeling con Zeman (segna 6 gol in 21 gare ai quali vanno però sommati i 5 in coppa Italia che permettono alla Roma di arrivare in finale). Esplode nella seconda: 13 centri in 20 gare. All’improvviso qualcosa s’inceppa. L’ex ds giallorosso Sabatini, al momento della cessione in prestito al Milan nel gennaio del 2015, chiama in causa il famigerato ambiente, argomento che da queste parti fa sempre molta presa. È quanto scritto dal Messaggero.

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