Corriere della Sera (S.Agresti) – La notizia era attesa da tutti e da quasi due anni: logico che lo smantellamento delle barriere nelle due curve dell’Olimpico, in previsione futura, abbia soddisfatto chiunque. La tempistica, però, non è piaciuta affatto alla Lazio: né a buona parte dei tifosi, né alla società. Il motivo? Semplice: nel derby d’andata, che i biancocelesti hanno giocato in casa, le separazioni in Nord e in Sud erano ancora in piedi, benché dimezzate in altezza rispetto ai due metri e 20 originari; martedì prossimo, invece, quando sarà la Roma a ospitare l’incontro, le curve saranno finalmente compatte.
Una disparità di trattamento e di condizioni che non è passata inosservata, il tam tam tra i tifosi della Lazio è stato insistente. Lotito, al solito, non si è esposto pubblicamente, ma nemmeno lui ha gradito. Nel mondo biancoceleste nessuno ha capito cosa sia cambiato rispetto a un mese fa, e perché l’orientamento in materia sia differente proprio adesso. Fatto sta che la Lazio si giocherà la finale di Coppa Italia in uno stadio pieno di tifosi della Roma: un’affluenza come non si vedeva da tempo, soprattutto in curva Sud, andata esaurita già lunedì. Nelle ultime ore, forse stimolati dall’entusiasmo degli avversari, anche i tifosi biancocelesti si sono precipitati ad acquistare i biglietti: la Nord è praticamente completa, restano posti nei Distinti. Di sicuro sarà un derby che rimanderà indietro negli anni, almeno per quanto vedremo sugli spalti: i malinconici spazi vuoti che abbiamo osservato spesso nelle ultime stagioni non ci saranno.
Tra piccole polemiche e crescente entusiasmo, Inzaghi lavora con i calciatori che ha a disposizione in attesa del ritorno di tutti i nazionali in giro per il mondo. Per l’allenatore è confortante che il capitano Lucas Biglia abbia anticipato il rientro a causa della squalifica che lo ha tolto da Bolivia-Argentina di ieri sera, ma c’è chi si lamenta per il doppio sforzo al quale è stato sottoposto Immobile, tra i pochissimi azzurri a essere stato titolare in entrambe le partite della nazionale. Qui, però, non si può parlare di disparità di trattamento rispetto alla Roma: un compagno di fatiche del centravanti laziale, infatti, è stato Daniele De Rossi.