De Rossi, è un momento no

Corriere Dello Sport (G.D’Ubaldo) – Ahi, la Roma riperde Daniele De Rossi. Mentre aspetta di conoscere il suo futuro, il centrocampista nell’allenamento di ieri ha riportato una distorsione alla caviglia destra, che mette in forte dubbio la sua presenza per domani contro l’Atalanta. L’azzurro è uscito dal campo zoppicando e scuotendo la testa. De Rossi vorrebbe provare a recuperare. Oggi farà un test, bisognerà verificare se la caviglia si è gonfiata nella notte. Non ci sono buone notizie per Spalletti, che domani raggiungerà il traguardo delle 400 partite in serie A. Contro l’Atalanta mancherà anche Emerson Palmieri, alle prese con una tendinite che lo tiene in dubbio anche per le prossime partite. Nell’allenamento di ieri Spalletti ha provato ancora la difesa a quattro, con la novità di Mario Rui a sinistra al posto di Juan Jesus. Se De Rossi non dovesse farcela, come sembra, a centrocampo tornerebbe Paredes, che aveva deluso nel derby. Nell’allenamento di ieri è stato provato anche Perotti in attacco, ma El Shaarawy – reduce dallo stage di Coverciano con gli azzurri di Ventura – resta favorito. Spalletti non farà più turn over, da qui alla fine del campionato giocheranno sempre i migliori. Rispetto alla partita vinta a Bologna domenica scorsa sono previste solo due novità: Mario Rui prenderà il posto di Juan Jesus e Paredes giocherà al posto di De Rossi, se oggi l’azzurro definitivamente non recupererà.

IL TRAGUARDO DELLE 400 PARTITE – Luciano Spalletti ha rilasciato una lunga intervista per il match program per celebrare le sue 400 panchine in serie A, durante la quale non ha fatto riferimento al suo futuro. «400 partite in serie A è un numero che dà una sensazione di benessere. Sono cresciuto, sono migliorato. Se ci mettiamo i quattro anni all’estero allo Zenit potrebbero essere anche di più. Il lavoro me lo porto a casa, per me è impossibile staccare e non pensare a quanto fatto con i miei calciatori. È il modo migliore per affrontare il prossimo confronto e preparare i ragazzi al meglio. Mi fa piacere che queste 400 panchine in A siano state consumate spesso con le stesse squadre». Rispetto agli esordi a Empoli ammette di aver cambiato qualcosa: «Più che cambiare, imparai. Imparai a far rispettare le regole non per il piacere del singolo, ma per il bene del gruppo. Un insegnamento utilissimo, che poi è tornato utile negli anni successivi». Il debutto in A proprio contro la Roma... «Ricordo benissimo quella giornata e quella partita. Affrontavamo la Roma di Zeman. Il boemo è stato un allenatore che tutti noi del mestiere abbiamo guardato con ammirazione, dato che ha sempre proposto un calcio offensivo. E io ritengo il calcio offensivo il modo migliore per vincere le partite. Quel giorno al Franchi perdemmo la partita, vinse la Roma. Pareggiammo momentaneamente con un rigore di Cappellini, ma poi subimmo la loro qualità e, inevitabilmente, subimmo altri gol e finì 3-1 per la Roma. Ricordo la corsa di Tommasi e Di Francesco, il gol di Delvecchio. Era una squadra forte quella Roma di allora». Domani contro l’Atalanta insegue la vittoria per difendere il secondo posto: «Gasperini mi è sempre sembrato un ottimo professionista. Ha padronanza nel dialogo con i giocatori, ha conoscenza del calcio. Ha mantenuto il suo credo adattandolo al calcio moderno, arrivando a risultati importanti. Così come Ventura e Guidolin. Sta facendo un grande campionato con l’Atalanta e ha lanciato giovani importanti pure per la nostra Nazionale». Spalletti è concentrato sul presente, anche se la sua decisione l’ha presa: «Il futuro è quello che andiamo a giocarci adesso. È chiaro che quando parliamo di futuro diventa stimolante, è lì che passeremo il maggior tempo della nostra vita. Per quanto riguarda il presente sono i risultati della Roma a determinare il futuro della squadra. Dobbiamo inventarcelo. Rimarremo attaccati lì, partita dopo partita. La classifica finale di questo campionato è la cosa più importante per il domani. Giochiamoci il futuro».

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