De Rossi: “Torniamo al tifo anni ’80”

Il Messaggero (A.Angeloni) – L’urlo liberatorio dopo il successo contro la Juventus: il secondo posto è ancora qui e la Juve festeggerà a casa sua, se lo vorrà, se potrà, ma potrà perché l’aria – serve una vittoria tra Crotone (allo Stadium) e il Bologna (al Dall’Ara) – è questa al di là della sconfitta dell’Olimpico De Rossi riapre i cuori con un gol «buffo», come lo definisce lui all’amico Buffon. E forse quel buffo, visto che si tratta di una rete a Buffon, vogliamo credere che non sia nemmeno un aggettivo usato casualmente. Buffo sì, perché arriva da una papera di Gigi (su colpo di testa di Manolas), ma sicuramente sostanzioso, perché ora alla Roma, grazie al successo con la Juve, servirà fare sei punti tra Chievo e Genoa. Quel gol di Daniele era l’uno a uno, palla al centro e quell’urlo dà alla Roma la possibilità di svegliarsi, di ripartire in tromba, perché l’uno a uno non basta, serve vincere. E alla fine si vincerà. La Roma con la rete di De Rossi ricomincia a sognare la vittoria e a sperare nel secondo posto, traguardo ultimo ma più che mai indispensabile. «Dopo la vittoria del Napoli era diventata una situazione preoccupante, per noi era la sfida più difficile della stagione. Abbiamo affrontato bene la partita, siamo andati subito sotto e non era facile ribaltare il risultato, sapendo che ai bianconeri bastava un pareggio per vincere lo scudetto. Abbiamo messo carattere e determinazione: siamo stati bravi. Bella partita e bella serata», le parole del capitano in pectore alle tv, Mediaset e Sky appena finita la partita. All’Olimpico si è rivista una Sud vecchie maniere, un Olimpico in vecchio stile. Caldo, pieno (quasi) e sonante. Come si dice in questi casi: un pubblico delle grandi occasioni. «La risposta del pubblico per questo genere di partite è diversa. Non voglio fare il patetico o il romantico, ma c’è bisogno di tornare quelli degli anni ’80, quando c’era questo spirito nelle partite contro Juve e Milan e anche in quelle contro Ascoli. Sarebbe bello ricreare quell’atmosfera, noi stiamo facendo il nostro». La strada per la Champions ora sembra spianata: serve battere Chievo (a Verona) e Genoa all’Olimpico, che chiuderà i battenti, per questa stagione, con il saluto a Totti e chi deciderà (qualcuno autonomamente, qualcuno per scelte societarie e tecniche) di non restare. «Sono due sfide fondamentali, bisogna vincerle entrambe. Il gol a Buffon? Segno sempre reti buffe. C’è una grande rivalità tra noi (bianconeri e juventini, ndr), ma non smetti di volere bene a una persona, nemmeno durante la partita. Ad alcuni degli juventini voglio bene, sono miei amici». Non solo Buffon e gli altri compagni azzurri, ma anche Benatia e Pjanic, che hanno giocato al suo fianco.

CAPITANO E IL FUTURO – Non si vergogna (e ci mancherebbe), Daniele, di ammettere di avere amici juventini, ma avita accuratamente di parlare del suo futuro, argomento caldo ormai da un po’ di tempo. La sua intervista a Sky ha destabilizzato chi si era perso un passaggio: che De Rossi è vicino al rinnovo, o meglio, sta trattando il suo futuro ancora nella Roma. Poi, se ci riuscirà o meno, è un altro discorso. Al momento, solo segreto industriale. «Torno al discorso di prima: è importante ora fare i risultati. Non potrei essere più felice. Battere la Juve e perdere a Verona sarebbe gravissimo». Come perdere De Rossi. Monchi dixit: è da imbranati lasciarsi scappare uno come Daniele. Da imbranati.

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