De Rossi: “Siamo i primi a chiedere di più a noi stessi, sono fiducioso. I calciatori sono lavoratori di passaggio dappertutto” – FOTO e VIDEO

Pagine Romaniste (da Madrid F.Biafora) – A poco più di 24 ore dal match di Champions League contro il Real Madrid, Daniele De Rossi ha risposto alle domande dei cronisti in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni:

E’ un po’ complicato decifrare la Roma viste le partite come quella col Barcellona dello scorso anno. Bisogna chiedervi di più o bisogna accettarvi per come siete con questi alti e bassi?
Noi siamo i primi a chiedere di più a noi stessi. Non è facilissimo paragonare due squadre, il Barcellona è arrivato ad aprile dopo 8-9 mesi di percorso lavorativo col mister e di conoscenza dei giocatori. Anche se non è iniziata bene è l’inizio di una stagione nuova, bisogna chiederci di più e voler fare di più. Io credo che quella Roma fosse la stessa che veniva criticata mesi prima per partite analoghe, c’erano state alcune battute di arresto che ci avevano portato a qualche critica. Poi la stagione si è conclusa in maniera abbastanza soddisfacente seppur senza titoli. Posso essere solo fiducioso.

Tra le varie motivazioni c’è il fatto di aver perso dei giocatori importanti? Voi dallo spogliatoio cosa sentite?
Da sempre e per sempre saremo figli del mercato, è così che funziona il calcio e anche gli altri sport. Da quando sono a Roma funziona sempre così a prescindere dalla proprietà. Anche quando ho iniziato si vendevano i giocatori migliori e se ne ricompravano altri, poi dopo qualche mese o anno diventano forti come quelli che c’erano prima. La Roma si è sempre rigenerata nonostante tutte le cessioni che sono state fisiologiche, è il destino di questa società, è inutile rivangare sempre. Anche l’anno scorso avevamo ceduto giocatori importanti con i quali pensavamo che non potevamo sollevarci e fare una stagione come quella precedente e invece abbiamo raggiunto obbiettivi mai raggiunti precedentemente.

Sergio Ramos ha detto che il Real vuole vincere senza Ronaldo. Cosa può scattare in un gruppo quando perdi un giocatore come Cristiano Ronaldo?
Il mercato lo fanno tutti quanti, tutti comprano e tutti cedono, non so cosa si può provare a vendere un giocatore che ha vinto 4-5 volte il Pallone d’Oro, a volte in un ciclo così vincente c’è bisogno di uno scossone e forse questo era quello di cui aveva bisogno ma non posso commentare quello che non conosco e che non mi riguarda. Mi interessa giusto da spettatore, da capitano bisogna fare questo, riguardare la lista che ci sono e sostenerli dal primo giorno fino alla fine, sia quando le cose vanno bene sia quando non vanno bene. Poi lavorare come abbiamo sempre fatto l’anno scorso e negli anni avanti quando siamo rientrati bene.

Sei stato multato per la fascia da capitano. Continuerai a giocare così? Pensi che sia un vero problema visto il momento del calcio italiano?
Ho parlato già col mister e con Alessandro. Perché anche Florenzi mi è venuto a chiedere qualcosa visto che non sappiamo come comportarsi. La cosa che veramente mi sta dando fastidio personalmente è che sono rimasto solo io insieme a quelli della Fiorentina. Secondo me io devo rispettare anche delle motivazioni diverse e più importanti per tenere il punto su una questione che importante non è. Secondo me si è perso tanto tempo a parlare di questa cosa. Non c’era bisogno di prendere questo provvedimento, non c’era bisogno di uniformare tutti quanti con questa fascia, il calcio ha dei problemi importanti e non facilissimi da risolvere. Ci sono problemi più importanti e ho sentito tanta gente che dice che questa regola sia sbagliata, non parlo di gente al bar ma ho sentito Costacurta, Tommasi, persone per le quali ho grande stima e che tenteranno di cambiare questa regola. Non è che mi leva il sonno mettere la mia fascia o quella della Lega ma assolutamente devo anche rispettare i miei colleghi della Fiorentina che hanno una motivazione diversa dalla mia e già l’altro giorno avevo detto che prima della partita probabilmente metterò quella della Serie A sperando che verrà cambiata al più presto questa legge. Lo faccio esclusivamente per rispetto del rispetto di una società come la Fiorentina che ha subito qualcosa di tremendo pochi mesi fa e che ricorda chi non c’è più in questa maniera. Non mi sembra giusto mettermi sullo stesso livello.

Visto il momento è la partita migliore o peggiore che vi poteva capitare?
No, non mi sembra la miglior partita se avessi potuto scegliere. Ma visto che le partite che sulla carta sembravano più semplici e già vinte ci hanno portato delle grandi delusioni come quella di tre giorni fa, perché no, magari un risultato positivo o una grande prestazione o portare via dei punti qui potrebbe darci uno slancio, darci quella fiducia che potrebbe ricordare di quanto siamo stati forti pochi mesi fa e che possiamo tornare ad esserlo.

La percezione da fuori è che tutti si sono convinti che vi siete abbattuti, che la Roma ogni anno debba vendere, qualcuno dice che qui tutti si sentono di passaggio. Ci puoi dire la verità delle sensazioni dentro lo spogliatoio?
Chiedi alla persona sbagliata se ci si sente di passaggio a Roma. Io ci ho messo le radici, i calciatori sono lavoratori di passaggio ovunque, sono pochi quelli che si stabiliscono in una squadra e ci restano tantissimo tempo. La Roma è forse uno di quegli esempi che possono vantare giocatori che rimangono per tanti anni a giocare nella stessa squadra. E’ vero che sono giocatori nati e cresciuti qui quindi c’è qualcosa di diverso che li spinge, ma è possibile farlo. E’ possibile farlo al Real Madrid come ha fatto Ramos, è possibile andare via dopo tot anni come ha fatto Ronaldo. Il calcio è questo, il mercato è aperto due volte all’anno e offre sempre soluzioni, ma a prescindere da tutto l’abbattimento e il dispiacere per non vedere più i compagni di squadra e non vederne alcuni molto forti deve durare 2-3 giorni o una settimana. Poi dobbiamo lavorare, dobbiamo portare a casa i risultati, c’è tempo per telefonarci, per vederci. Abbiamo visto Radja due giorni fa, ho sentito Kevin pochi giorni fa, il calcio va avanti. Ne ho lasciati tantissimi di compagni di squadra che non avrei mai voluto salutare, il calcio è questo.

Vorrei tu dicessi qualcosa su Di Francesco. Si è rimessa in discussione la sua leadership…
Io non cambio quello che ho sempre detto, quella che è la mia opinione. Non è il primo allenatore che viene toccato dalle critiche, da una parte è anche normale quando non si vince, ci becchiamo le critiche noi calciatori, se le becca la società. Quindi da una parte è normale, è normale a Roma perché vogliamo tutto quanto subito ma anche qui già vedo che vogliono dei giudizi sui risultati del Real Madrid del 2019. Il giudizio sull’allenatore non cambia, un allenatore che al primo anno di calcio importante ha portato una squadra in un punto dove non c’era mai stata. E’ un allenatore che ha una filosofia di gioco ben precisa che noi conosciamo e che ci ha portato a questi risultati. Adesso non penso sia felice dei risultati come noi non siamo felici di quello che stiamo raccogliendo. Mettere in discussione l’allenatore va al di là delle qualità dell’allenatore stesso perché non penso sia solo una cosa romana, è così un po’ dappertutto. E’ in discussione Spalletti all’Inter perché non sta ottenendo risultati, tutti gli allenatori che non fanno risultati vengono messi un po’ in dubbio perché è stato messo in dubbio anche anno scorso. Non so se ve lo ricordate. Eppure siamo arrivati in semifinale di Champions League, siamo arrivati terzi. Abbiamo fatto una stagione entusiasmante sotto tutti i punti di vista.

Il Bernabeu significa tanto, potrebbe essere una delle tue ultime partite qui…
E’ diverso giocare qui o nella maggior parte degli altri stadi. Sono pochi gli stadi che mi hanno dato le emozioni che ho provato giocando qui. Potrebbe essere l’ultima Champions o l’ultima volta che ci gioco, emozione un po’ si ma c’è da giocare una partita e farlo in questo tempio e in maniera positiva portando a casa il risultato sarebbe importante ed emozionante. Oltre che bello giocare qui, per i calciatori deve essere anche un onore. Non dobbiamo dimenticarci dove stiamo.

L’ultima volta che sei venuto qui è stata la partita che ha distrutto il calcio italiano. Ti porti dietro rabbia per quella partita?
Negli spogliatoi sono entrato al bagno e ho preso una ventata di negatività che voglio subito cancellare, non voglio pensare a quella partita. Un pizzico della nostra eliminazione penso che sia nata quella sera e che abbia rovinato una nazionale che aveva fatto grandi cose e ottime prestazioni. Non la porto in campo, pensiamo a quando abbiamo passato il turno o quando segnò Francesco, ci aiuteranno i pensieri positivi, non quelli di quella serata che è stata emozionante ma negativa anche per quello che è successo dopo.

La solleva l’assenza di Ronaldo?
Come Ronaldo non ce ne sono in giro ma ci sono tanti giocatori forti che non avrò quella sensazione di sollievo e liberazione a non vedere più Ronaldo. Ne avessero venduti altri 8-9 magari sì. Sicuramente è una preoccupazione in meno, è una fonte di gol subiti quasi sicura, ma sono pieni di giocatori forti. Dal portiere, al difensore, al centrocampo, all’attacco. Sono spaventosi da quel punto di vista e li guardo con rispetto e ammirazione ma senza sollievo. Non c’è più un fenomeno come Ronaldo.

La Roma è forte come o più dell’anno scorso? Vi sentite di dirlo?
Sono assolutamente d’accordo (con il mister, ndr). L’anno scorso c’era ancora meno fiducia sul passaggio del turno perché avevamo due squadre veramente forti e una abbordabile. Quest’anno è un po’ diverso, in teoria dovremmo essere un po’ più fiduciosi. Per ripetere una semifinale di Champions che è successa due volte in novanta anni di storia servirà grande impegno, grande qualità, costanza ed entusiasmo che arriverà col passare del tempo, con le belle serate come anno scorso..

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