De Rossi fa sempre discutere

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Il Corriere Dello Sport (R.Maida) – Divide et impera: era il motto di tanti tiranni, che per facilitare la conservazione dell’autorità creavano condizioni di rivalità tra gli stessi sudditi. Daniele De Rossi non è un tiranno e nemmeno un manipolatore ma è un tipo schietto, istintivo e quindi poco diplomatico. E così domenica sera, come altre volte, ha involontariamente creato divisioni nella tifoseria con quell’insultoPezzi di m…») rivolto alla Tribuna Tevere in difesa di Dzeko che aveva appena segnato. Un tackle duro almeno quanto quello che ha strappato un pallone prezioso a Medel lanciato verso l’area della Roma. Ieri l’altra tribuna, quella virtuale, ha cercato di interpretare il gesto, dando a seconda dei gusti una lettura opposta: c’è chi si è sentito offeso («Ma come: noi soffriamo per la Roma, paghiamo il biglietto e dobbiamo pure sentirci insultati in un momento di gioia?») e chi viceversa ha letto nelle sue parole uno sfogo da capitano vero («Ha difeso un compagno in difficoltà a costo di beccarsi le critiche, ha dimostrato di essere più tifoso lui di chi guarda»).

DISTINZIONE – Di sicuro De Rossi, con la vena del collo gonfia che è un po’ il suo marchio di battaglia, ha tenuto il punto anche a freddo, in sala stampa, minimizzando l’episodio avvenuto in campo e schierandosi apertamente, come nessun altro aveva fatto finora, a favore dei gruppi della Curva Sud, da più di un anno ai margini dello Stadio Olimpico per la protesta sulle barriere. In questo modo ha chiarito il senso delle sue parole: io ammiro i tifosi della Roma, anzi sono uno di loro, ma non sopporto quando alcuni giocatori vengono presi di mira ingiustamente o comunque superficialmente.

IL CONTRATTO – Intanto, a notte fonda, De Rossi è tornato a parlare del futuro che è ancora tutto da scrivere: «Non ne parlo ora. Non è cambiato niente da agosto: per me non è un tabù ma non credo che serva in questo momento mettere l’accento sulla mia situazione personale». De Rossi ha il contratto in scadenza e si aspetta dai dirigenti una proposta concreta – rinnovo con spalmatura dell’attuale stipendio da 6,5 milioni netti – prima di valutare proposte esotiche. La grande partita di domenica, dopo la brutta serata con espulsione contro il Porto, può averne rinfocolato le ambizioni.

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