Il Romanista – De Rossi, siamo al rush finale

«Il rinnovo di De Rossi farà discutere», aveva detto Baldini lunedì a margine dell’assemblea degli azionisti. Per evitare di ingenerare altri equivoci, ieri il diggìci è tornato su. «Quella frase era in risposta all’assemblea dei soci più che a voi». Più agli azionisti che ai giornalisti, chiarisce Baldini in Campidoglio a margine di “Scrivi Sportivo”. Benvenuti a Roma, patria delle dietrologie. Ieri, Baldini ha provato a spazzarle via. «Mi prenderò ogni responsabilità sulla gestione della trattativa, la decisione nel momento in cui verrà presa darà campo aperto a molte interpretazioni». Così aveva detto l’uomo che a Big Trig, come la chiamano gli americani, ricopre di fatto il ruolo di vicepresidente esecutivo. Baldini si era però dimenticato di specificare che il messaggio era diretto ai soci di minoranza. O almeno a quelli tra loro che sono curiosamente contrari al contratto di De Rossi. Forse, perché non a conoscenza di quanto sia complicato trattare con Berti (e non con un agente qualsiasi) per il rinnovo di un top player in scadenza di contratto. Quelli che probabilmente non sanno che se non si fosse chiamato Daniele De Rossi, se non fosse stato Capitan Futuro, un mix di anima, cuore e bandiera, la vena che si gonfia come il mare di Ostia quando urla d’inverno, e tutte quelle immagini così magnificamente retoriche che lo etichettano come romano e romanista, a quest’ora Daniele sarebbe già a Madrid. Spiega Baldini, rivolgendosi ieri ai giornalisti ma rispondendo ai polemici azionisti: «Tutte le opinioni sono rispettabili e quello che verrà deciso non potrà accontentare tutti visto che le opinioni erano diverse».

Quindi, queste parole non vanno tradotte. «Non ho detto niente che andasse interpretato», puntualizza il dg, «se avessi voluto dire qualcosa che andava interpretato, avrei fornito anche l’interpretazione. Non volevo dire niente che volesse essere interpretato, o in un senso o in un altro». Non esistono intepretazioni. Esistono semmai dei segnali abbastanza univoci. Il rinnovo è nelle cose. Non è ancora stato ufficializzato, però. Bisogna quindi aspettare il corso degli eventi e avere pazienza. Keep calm, mantieni la calma, è in fondo una filosofia buona per tutte le occasioni dentro Big Trig. Vale per un pareggio interno col Bologna come per il rinnovo di uno dei due giocatori simbolo (l’altro indovinate qual è) non di questa Roma, ma della Roma in assoluto. Ma in Campidoglio Baldini dice anche altro. «È importante avere un budget su cui investire», commenta a proposito del salary cap, «ma non fermarsi ad un solo ingaggio ». La società potrebbe quindi puntare anche ad altri stipendi da 6 milioni l’anno? «Dipenderà – avverte Baldini – dai giocatori che saremo in grado di avere a disposizione. È sempre stato detto che l’importante non sarà solo portare la gente allo stadio ma commercializzare al meglio il marchio e avere più risorse in generale. Tutto questo può mettere in moto quel circolo grazie al quale si possono prendere i giocatori con i quali si possono ottenere risultati. Conseguentemente può essere commercializzato meglio il marchio. Il salary cap poi non è qualcosa che si può fare da soli, in un mercato dove gli altri non lo fanno. È più corretto parlare di un modo di fare mercato che possa creare le alchimie giuste tra top player e giocatori che guadagnano di meno».
Il Romanista – Daniele Galli

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