La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – A volte ritornano e forse, di rincorsa, chissà che sia tutto ancora più bello. Daniele De Rossi — pettorina rossa e apparentemente titolare certo nella prima partitella del ritiro azzurro — sembra avere l’aria serena di chi tanto ha visto, tanto ha patito e forse non si stupisce più di nulla. Da improvviso salvatore della patria azzurra, ieri mattina era salito trafelato sul treno che da Roma lo portava a Firenze e sorridendo diceva: «Se perdo pure questo…». Non è successo, ovvio, e probabilmente non perderà neppure l’Europeo che incombe. A questo punto dipenderà dal test fisici a cui da ieri, come tutti, ha iniziato a sottoporsi. Per la spedizione in Francia, d’altronde, Antonio Conte vuole una pattuglia di marines che colmi attraverso l’aspetto atletico quel gap fisico che sembra affliggerci nei confronti delle attuali grandi del Vecchio Continente.
DUTTILITÀ – Con queste premesse, non ci sorprenderemmo se – a parità di risultati – il centrocampista della Roma fosse già nella lista di quelli pronti a salire sul charter azzurro che l’8 giugno partirà alla volta di Montpellier. De Rossi, in fondo, ha tutto quello di cui il commissario tecnico ha bisogno: l’esperienza, la capacità d’interpretare in mediana il ruolo di regista come quello di frangiflutti, la possibilità di giocare anche in retroguardia con efficacia soprattutto in una difesa a tre e – il che non guasta – un bottino di gol non banale. Le sue 17 reti sono la dote più grande, in termini di realizzazione, portata da un centrocampista azzurro dal Dopoguerra.
LA RISALITA – Eppure il biennio di Conte per De Rossi è stato in salita. Una sorpresa, perché informalmente – dopo la virtuale giubilazione di Pirlo – il c.t. pensava di affidare al giallorosso le chiavi della Nazionale. Poi però i buoni propositi hanno finito un po’ per raffreddarsi, complice anche i cinque infortuni al polpaccio che il centrocampista ha accusato dall’ultimo Mondiale fino all’attuale stagione. Non semplice anche questa, visto che la grande concorrenza che c’è nella mediana romanista ha fatto verificare quello che fino a poco tempo fa sembrava impensabile, ovvero vedere De Rossi in panchina per scelta tecnica. Recuperata la salute muscolare, però, il ritorno di Spalletti ha giovato a Daniele, che sembra avere ritrovato una condizione fisica e mentale non lontana da quella dei giorni migliori. Poi, come sempre capita nella vita, il destino gioca un ruolo decisivo, visto che gli infortuni che hanno tolto di scena Marchisio e Verratti hanno contribuito a rilanciare De Rossi come protagonista azzurro. Da adesso sta a lui riconquistare maglia e palcoscenico, convincendo Conte a rilanciarlo come inamovibile. Impressioni? Di De Rossi sarà difficile farne a meno.