Corriere della Sera – De Rossi-Pirlo, gli inossidabili

Sono due campioni del mondo 2006. Sono i due centrocampisti più forti d’Italia. Sono anche amici. Ma avere nella stessa squadra Daniele De Rossi e Andrea Pirlo è un privilegio che ha soltanto Cesare Prandelli come commissario tecnico della nazionale. De Rossi e Pirlo, invece, saranno avversari domenica sera allo Juventus Stadium (ieri tutti i biglietti disponibili sono stati bruciati in 40 minuti e ci sarà l’ennesimo tutto esaurito) e dal loro duello a distanza dipenderà una bella fetta del risultato finale.

De Rossi è il giocatore più utilizzato da Luis Enrique (2.382 minuti) e in questo campionato si è sdoppiato in addirittura tre ruoli: quello «naturale » di centrocampista davanti alla difesa, quello di intermedio di centrocampo e anche quello di difensore centrale. La prima volta in questo torneo fu proprio contro la Juventus, nella partita di andata, il 12 dicembre 2011: finì 1-1 con gol di De Rossi e pareggio di Chiellini. Capitan Futuro invece non c’era — ma Pirlo sì — nel secco 3-0 con cui la Juventus ha eliminato la Roma nei quarti di finale di Coppa Italia (24 gennaio 2012). Una delle prestazioni peggiori della squadra giallorossa in questa stagione.

L’importanza di Pirlo è data dai numeri: 31 presenze (come Marchisio), recordman di minuti in campo (2.775), 2 gol, 10 assist, 61 tiri nello specchio della porta. A detta di tutti—ultimo Paolo Maldini, che lo conosce bene— è l’uomo che ha colmato il gap tra Juventus e Milan, l’acquisto più riuscito e la cessione più inspiegabile avvenuta sull’autostrada tra Milano e Torino. L’unicità di Pirlo nel calcio italiano — un regista con i piedi da trequartista — è tale che Luis Enrique cambiò il suo modulo proprio nella gara contro la Juve: 4-2-3-1, con Pjanic nel ruolo di trequartista anche per limitare il raggio di azione di Pirlo. Una mossa che l’asturiano ripeterà domenica prossima? Difficile dirlo, anche perché nel girone di andata l’emergenza degli assenti tra i giallorossi era molto più grave di adesso.

Ma se la Roma teme Pirlo, vale anche il discorso inverso. Daniele De Rossi è considerato da Antonio Conte uno dei grandi pericoli in quello che, calendario alla mano, sarà l’ultimo grande 0stacolo per i bianconeri fino al termine del campionato. Negli ultimi due tornei e mezzo, De Rossi ha segnato due volte alla Juve, anche se non è bastato per far vincere la Roma: una sconfitta e un pareggio. Ma, esattamente come Pirlo, c’è un «valore aggiunto» che non può essere condensato nei numeri: con De Rossi e Pirlo vicino giocano meglio tutti i compagni.
Corriere della Sera – Luca Valdiserri

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