De Rossi, manca ancora la luce in fondo al tunnel dell’infortunio

Due le parole d’ordine: attesa e pazienza. Daniele De Rossi è fermo dal 28 ottobre, quando fu costretto alla fine del primo tempo nel match contro il Napoli a chiedere la sostituzione. Forse, all’epoca, non pensava nemmeno lui che questo ko potesse trasformarsi «nell’infortunio più grave della mia carriera». La cisti meniscale sommata alla lesione della cartilagine non gli danno tregua. Proprio per questo motivo, appare inutile stilare prognosi, visto che nessuno è in grado di dare certezze sul ritorno. Come se ne esce? L’unica medicina, bypassando per ora l’intervento, è la pazienza. Anche perché il ricorso ai fattori della crescita serve per migliorare soltanto la funzionalità dell’articolazione. Quando De Rossi riuscirà a correre seriamente (e non in modo blando) per 5-6 giorni consecutivi senza avvertire dolore, i discorsi cambieranno. Di Francesco lo aspetta. In tempi non sospetti s’era lasciato sfuggire come Daniele fosse «l’unico regista che ho in rosa». Ora sta adattando Cristante ma è chiaro che l’assenza del capitano, pesa anche a livello di rotazioni. E condizionano le scelte di mercato. Lo scrive Il Messaggero.

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