Corriere della Sera – «L’Italia è pulita fidatevi di noi». Firmato De Rossi

State uniti, se potete. E tifate per l’Italia del pallone. L’appello arriva dai leader dello spogliatoio azzurro. Gianluigi Buffon si rivolge ai tifosi via Facebook,Daniele De Rossi ci mette la faccia in sala stampa. Il capitano lo fa senza rinunciare alla polemica sul profilo personale del social network: «Il vostro affetto sarà determinante e sarebbe il segnale più forte nei confronti di chi ci vuole dividere o intende creare fratture tra noi e voi. Non fatevi depistare da chi semina zizzania », dice tirando in mezzo senza motivo chi di mestiere racconta i fatti.
Anche De Rossi, terzo azzurro come numero di presenze dopo lo stesso Buffon e Pirlo, invoca fiducia: «Fidatevi dell’Italia. So che è rischioso dirlo prima, soprattutto a poche ore da una sfida difficile come quella contro la Spagna, ma noi siamo pronti e ci proveremo». Il suo messaggio rispetto a quello del compagno è più ampio, completo, condivisibile. Ma il senso non cambia. Se due giocatori così importanti della giovane nazionale di Prandelli decidono di uscire allo scoperto a 48 ore dall’esordio, significa che la squadra si è resa conto del disagio. E dei rischi che corre. Scommessopoli non è una barzelletta da raccontare sotto l’ombrellone, ma una questione seria che ha scosso il sistema, allentato la passione e aumentato lo scetticismo, creando un danno grave di immagine al movimento. La gente a casa ha accusato il colpo. L’aria è cambiata. Anche gli ascolti dell’ultima amichevole, quella contro la Russia, sono stati più bassi del solito. Un campanello d’allarme. Danielino, sull’argomento, usa parole mirate e incisive: «Penso che un pizzico di sfiducia c’è perché nell’ultimo periodo sono successe cose fastidiose. Sui giornali, ogni giorno, la pagina della nazionale è accanto a quella sull’inchiesta. Non vedo l’ora che tutto ciò finisca, non perché abbiamo qualcosa da nascondere, ma per le conseguenze di questa storia. Il calcio non è sporco come sembra e la nazionale va protetta perché non è colpevole di niente. Non intendo lasciare al proprio destino chi ha sbagliato, ma non voglio neppure essere tirato in ballo per qualcosa che non ho fatto. E come me la pensano tutti gli altri ragazzi del gruppo».
Una squadra compatta contro il sospetto e l’indifferenza, anche contro il malaffare. Perché, come dice De Rossi«i magistrati non si inventano gli avvisi di garanzia». Però non si può fare di tutta l’erba un fascio. «Se c’è lontananza con la gente, è il momento di cancellarla. Non per nascondere la verità, ma perché adesso si gioca e chi gioca non c’entra niente con quanto è successo. La nazionale va rispettata perché è fatta di giocatori perbene».
Una squadra che sa di essere attesa da un appuntamento importante e vuole i tifosi al proprio fianco. I campioni del mondo invitano la gente a casa a rompere il muro della diffidenza e garantiscono sulle qualità dell’Italia prandelliana: «Di questo gruppo mi fido a livello umano e calcistico. Ci credo, oggi come quando abbiamo cominciato questo ciclo, due anni fa. Avevo fiducia anche in Sudafrica e non è andata bene, però sento che stavolta possiamo fare bene. La Spagna è la più forte, dietro c’è un gruppo di squadre tra cui anche noi», il pensiero di De Rossi.
Buffon, sempre via Facebook, è pronto alla battaglia: «All’Europeo ci tengo, ci spero, ci credo. Darei due o tre anni di vita per rivedere il Paese in festa. Arrivare sino in fondo sarebbe il regalo più bello ed elettrizzante di fine stagione. Garantisco che daremo tutto quello che abbiamo». De Rossi fa persino di più. Cambia ruolo, da centrocampista a difensore centrale. «Al 99,9 per cento giocherò tra Bonucci e Chiellini. Perché ho accettato? Tutti ci riempiamo la bocca con parole eclatanti, come leader. Ma se uno è leader per davvero lo deve dimostrare sul campo, mettendosi a disposizione della squadra. E non voglio alibi: se sbaglio sarà perché ho giocato male e non perché l’allenatore mi ha messo fuori ruolo». Prandelli gongola. Sono parole come quelle di De Rossi che cementano lo spirito di gruppo. Non ci fosse la Spagna sulla nostra strada, tutto sarebbe più semplice. Però i due campioni del mondo hanno scelto il momento giusto per uscire allo scoperto. La scelta è tempestiva. Oggi la nazionale vola a Danzica, domani alle 18 si comincia. Come dice Buffon l’esordio assomiglia ad un esame a scuola: conta aver studiato, ma è fondamentale tenere a bada l’emozione. E se a casa tifano per te, la strada diventa meno ripida.

Corriere della Sera –  A.Bocci

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti