De Rossi e la Juve. Cartellini, insulti e voglia di rivincita

DeRossi chiellini

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Un mese fa, di questi tempi, si stava sposando in riva al mare. Dal caldo esotico al freddo di Torino, gli ultimi 30 giorni per Daniele De Rossi sono stati particolarmente intensi. D’altronde, per lui — come per Totti — il ritorno di Spalletti a Trigoria non è stata cosa normale: col tecnico toscano Daniele è diventato grande, che significa campione del mondo ma anche vincitore degli unici tre trofei della carriera, con lui ha vissuto i momenti più felici e più duri della sua vita di ragazzo prima e uomo poi, da lui si è sentito tradito quando Luciano incontrò il Chelsea a Parigi. E, in diretta tv, non fece niente per nasconderlo.

IN FORMA – De Rossi è fatto così: pregi e difetti, la schiettezza è il suo marchio di fabbrica, a maggior ragione con le persone che considera importanti. E Spalletti lo è stato, come ha detto un’infinità di volte, e lo è ancora, almeno a vedere la partita fatta domenica contro il Verona. E non solo per lo splendido assist per Nainggolan: De Rossi ha sfoderato una prestazione di sostanza e qualità, 8 palloni recuperati, 15 lanci positivi e, soprattutto, 121 palle giocate. Uomo ovunque, come sarà ovunque domani allo Juventus Stadium.

CHE RUOLO? – Il dubbio è uno: mediano o regista nella difesa a 3? Spalletti lo ha provato in entrambi i ruoli, disponibilità chiesta e ottenuta già la settimana scorsa, buona condizione atletica, problemi muscolari che sembrano archiviati, De Rossi sa che deve fare un grande girone di ritorno per sé stesso, per la Roma e per la Nazionale, dove la sua presenza è meno certa rispetto al passato. Considerando la sua esperienza sembra difficile che Conte non lo porti all’Europeo, ma il dubbio da Coverciano filtra e allora perché non sfruttare l’allenatore con cui ha giocato più partite in carriera: 201. Se si pensa che il secondo è Garcia (90) e il terzo Ranieri (70), si capisce quanto Spalletti abbia influito nella sua carriera. Con lui in panchina ha segnato 26 reti, l’ultima proprio contro la Juventus all’Olimpico, in quel 30 agosto 2009 che chiuse la prima esperienza dell’allenatore a Trigoria. Più di 17mila minuti giocati con e per Spalletti, un’espulsione dieci anni fa in Coppa Uefa contro il Bruges, l’unica di tutti quegli anni.

INCUBO STADIUM – Domani torna allo Juventus Stadium, che nelle ultime stagioni gli ha regalato soltanto amarezze: la scorsa stagione venne insultato in tribuna insieme a Strootman per aver esultato al gol della Roma, due anni fa venne espulso per un fallo su Chiellini, nel 2012 ci fu invece il punto più basso del suo rapporto con Zeman: «Chi parla di scudetto — disse Daniele dopo che la Roma aveva perso 4-1 — non fa il bene della squadra. E comunque questa era una partita di calcio, non una crociata». Anche quella di domani lo sarà e De Rossi spera di uscire per la prima volta dallo Juventus Stadium col sorriso, cercando magari di invertire una tendenza negativa contro i bianconeri: affrontati 23 volte tra campionato e Coppa Italia, li ha sconfitti solo 7 volte, pareggiando 5 incontri e venendo sconfitto nelle altre 11 occasioni.

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