Dal Moro: “A Roma si sente la pressione ma una vittoria te la porti dietro per sempre. Il gol non dato a Muntari ha cambiato la storia degli ultimi campionati”

L’ex calciatore della Roma, Filippo Dal Moro, è intervenuto ai microfoni de La Signora in Giallorosso, in onda su Tele Radio Stereo. Queste le sue parole:

Ci racconti velocemente la tua esperienza a Roma?
E’ stato un impatto importante, venivo da una realtà diversa, di provincia. Mi sono ritrovato in una società organizzata e con grandi aspettative. Mi sono trovato bene, con dei compagni fenomenali su cui fare riferimento.

La pressione a Roma si sente?
Sicuramente si, ma quando vinci a Roma te lo porti dietro per tutta la vita. L’affetto della gente verso la squadra è qualcosa di unico, i giocatori sono sempre nel cuore dei tifosi.

Ci descrivi il tuo rapporto con Zeman?
E’ stato buono, mi ha voluto alla Roma ma avevo davanti grandi campioni. Non posso lamentarmi se giocava Candela al posto mio. Davo tutto quando venivo chiamato in causa.

Segui la Roma?
Sì, quando posso la vedo e la seguo sempre con piacere. Santon si sta ritrovando? Si era un po’ perso, ora sta ritrovando continuità a livello fisico e ha ritrovato la fiducia di quando ha esordito.

Quando giocavi tu c’era una lotta al vertice più interessante, ora c’è solo la Juventus…
La Juve parte molto avvantaggiata, parte da sette anni in cui ha fatto investimenti e può tenere giocatori forti in panchina. Adesso sono concentrati in una squadra sola. Sicuramente è un campionato meno avvincente, diventa difficile che la Juve possa perdere 2-3 partite. Servirebbe una squadra in grado di dare uno strappo al campionato. Il gol non dato a Muntari ha cambiato quel campionato e la storia di quelli precedenti.

Hai mai pensato che Di Francesco sarebbe potuto diventare allenatore?
Sicuramente sì, già da calciatore aveva senso tattico. Sta facendo bene, la Roma ha cambiato tanto ha bisogno di un po’ di tempo. Riuscirà sicuramente a trovare la soluzione migliore.

Cosa serve ai giovani per emergere?
Allenarsi bene e mettersi a disposizione durante la settimana per l’allenatore. Chi va in campo deve dare il massimo e chi entra deve mettere in difficoltà il mister per la volta dopo.

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