Dal 2018-19 la Champions con 4 italiane nei gruppi. Ma occhio al ranking Uefa

La Gazzetta dello Sport (F.Licari) – Se mai ce ne fosse stato bisogno, ecco l’ufficialità dell’Uefa: dalla Champions 2018-19, la prima edizione con la nuova formula, l’Italia avrà 4 squadre e tutte direttamente ai gruppi. Pensando alle 2+1 di oggi (2 ai gruppi e una ai playoff, spesso eliminata) è un successo incredibile. Il 4° posto in campionato avrà di fatto il valore del secondo. Sportivamente e finanziariamente saremo più vicini a Spagna, Germania e Inghilterra che di recente ci hanno superato a destra. Ma guai a illudersi: la conquista non è un diritto divino, ma una posizione da mantenere anno dopo anno con i risultati nelle coppe. Vincendo e qualificandosi. Perché sarà sempre il mitico ranking Uefa a decidere.

PIÙ SPETTACOLO La riforma della Champions non poteva comunque essere più posticipata. Alla base del cambiamento sono state le esigenze di spettacolo e le «minacce» di Superlega dei grandi club. Cominciamo dallo spettacolo: a causa dell’Europa a doppia velocità, la fase a gruppi è diventata negli ultimi tempi un po’ scontata. Troppo ampio il divario tra big e piccole. Troppi 6-0. Troppi quarti di finale con le stesse squadre. La Champions è stata un’invenzione spettacolare ma, paradossalmente, la sua bellezza e la sua capacità di produrre ricchezza hanno creato un muro tra chi partecipa sempre (e guadagna, e vince ancora, e guadagna ancora di più…) e chi non entra mai in questa élite. In Italia la Juve ha consolidato così il suo potere, il Bayern l’ha fatto in Germania, il Real e il Barcellona in Spagna, mentre più equilibrato è il sistema inglese (che in partenza è più ricco e solidale). Risultato: alla nuova Champions parteciperanno meno «piccole».

MINACCIA SUPERLEGA Secondo punto: la Superlega. Come ha ricordato il presidente Ceferin, i 5 grandi Paesi europei producono l’85% del fatturato ma ricevono meno. La nuova Champions avrà quindi più squadre da questi campionati, meno preliminari per loro (quindi sicurezza di partecipazione), più equilibrio, più interesse di tifosi e tv, più incassi dai diritti tv. Come negli anni 90, quando nacque la Champions, l’Uefa s’è trovata a mediare per evitare che il torneo le sfuggisse diventando una coppa «privata», chiusa, all’americana, con le stesse 18/24 squadre come nel basket o nel football. Ma di sicuro la Superlega non è scomparsa e presto, state certi, se ne riparlerà: perché la nuova Champions è triennale e si conclude nel 2021.

SUPERCHAMPIONS  – La formula del torneo non cambia. Fase finale a 32 squadre; 8 gruppi da 4; le prime 2 che si qualificano agli ottavi con i quali comincia l’eliminazione diretta. Quello che cambia sono i criteri d’accesso. Alle prime 4 nazioni del ranking (al momento Spagna, Germania, Inghilterra e Italia) sono riconosciuti 4 posti (le prime 4 del campionato). In breve, 16 finaliste su 32 (il 50%) arrivano dalle leghe top. Ma non è finita. Il valore di preliminari e playoff è molto ridotto. In totale saranno 26 le squadre direttamente ai gruppi. Dai playoff ne arriveranno soltanto 6: 4 dalla parte del tabellone dei campioni, 2 da quello dei «non campioni».

SITUAZIONE ITALIA Restando tra le prime 4 del ranking Uefa, l’Italia avrà 4 club fissi ai gruppi. E inoltre aumenterà il suo contingente globale nelle coppe, da 6 a 7 squadre, perché altre 3 andranno in Europa League (la vincente della Coppa Italia e la 5° del campionato ai gruppi; la 6° invece al secondo preliminare). Ma nel caso di retrocessione? Se la Francia dovesse superarci? Guai seri. In Champions avremmo 2 ai gruppi e una addirittura al terzo preliminare; in Europa League 2 ai gruppi e una al secondo preliminare. Ecco perché la lega francese ha guidato la protesta contro la riforma che, naturalmente, non può essere troppo gradita alle piccole. Ma anche le piccole sanno di non poter tirare troppo la corda: se le grandi decidessero di andar via, e farsi il loro torneo, per le altre sarebbe la fine.

ORARI TV – Dal 2018 nuovi anche gli orari: 2 partite al giorno si giocano alle 19, le altre 6 alle 21. Naturalmente comanda la tv. Non cambia invece il sorteggione di agosto: in prima fascia sempre il detentore e le 7 campioni dei migliori campionati.

FATTURATO E PREMI Spettacolo, ranking e naturalmente soldi. Con il nuovo torneo l’Uefa punta a un fatturato annuo di 3 miliardi di euro, dei quali 2,4 distribuiti ai club (di Champions e di Euroleague). E infatti ci saranno due ranking. Quello sportivo, come oggi, per decidere i posti nelle coppe. E quello «finanziario», nuovo, che influirà sui premi da distribuire ai club. Premi che avranno una nuova composizione: 15% dal market pool; 25% fisso partecipazione; 30% per i risultati nel torneo; 30% per i risultati storici (cioè tutti i successi nelle coppe, «pesati» però in base alle epoche).

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