Da Verde a Brozovic, la Serie A si riscopre giovane

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L’Italia del pallone non vuole più essere un paese per vecchi. La serie A si riscopre giovane, e anche se spesso non può permettersi di tenere i suoi minorenni d’assalto, nazionali o d’importazione, quando spiccano il volo, si alimenta con la fame di successo di talenti che sbocciano. Ieri la Roma ha superato una fase delicata con i diciottenni Verde e Sanabria e il ventenne Paredes che hanno supplito alla moria di infortuni, squalifiche e trasferte africane che ha privato Garcia della metà della sua rosa. Spesso i club hanno la capacità di pescare nei vivai sparsi nel mondo, altre volte investono somme cospicue scommettendo su promesse contese dai principali club internazionali. Volendo limitare il campo di osservazione agli under 22, in questa categoria rientrano gli argentini Icardi e Dybala (classe ’93), che inseguono Tevez al vertice dei marcatori per i quali si aprirà a fine stagione un’asta gigantesca, come per lo juventino Pogba la cui valutazione è nell’ordine dei 100 milioni. A corrente alternata, anche per gli infortuni, l’inserimento di Iturbe.

Alla pattuglia emergente dei ventunenni appartengono, fra gli altri, nomi assai familiari ai tifosi: il portiere Leali, il difensore Widmer, i centrocampisti Duncan, Quaison, il talento brasiliano della Lazio Felipe Anderson, gli attaccanti Belotti, Nico Lopez e Babacar. Un anno di meno invece per Bruno Fernandes e altre tre acclamate realtà del campionato: l’interista Kovacic  e i futuri juventini Rugani e Berardi.

Classe ’95 per il sampdoriano-romanista Romagnoli, addirittura ’96 per Verde e Sanabria, il ghanese del Cagliari Donsah, il portiere dell’Udinese Scuffet relegato ora in panchina da Stramaccioni.

La linea verde del campionato potrebbe esprimere una formazione di tutto rispetto schierata col 3-4-3: Leali, Widmer, Rugani, Romagnoli, Duncan, Kovacic, Pogba, F. Anderson, Iturbe, Icardi, Dybala. Il problema è semmai che il campionato italiano per la crisi economica e di gestione sta diventando sempre più serbatoio per Liga, Premier, Bundesliga e Ligue1 come dimostrano le cessioni negli scorsi anni di Marquinhos a 19 anni, Verratti a 20, Lamela a 21 e Pastore a 22 salvo poi assistere all’afflusso tardivo di campioni sul viale del tramonto. La scena italiana è comunque ancora occupata da tanti eccellenti giocatori della generazione precedente: per il 1991 Zaza, Ljajic, Gabbiadini, Destro, Florenzi, Shaqiri, Bertolacci, per il 1992 Perin, Morata, Obiang, El Shaarawy, Dodò, Brozovic.

Ma troppo spesso i tecnici temono l’handicap della scarsa esperienza lesinando l’ingresso dei più giovani. I buoni risultati ottenuti ieri da Garcia possono forse servire a invertire la tendenza: energia, talento e fame di successi possono essere un’arma in più per la classifica, oltre che un investimento fruttifero.

 

ANSA

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