Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Sembra uno di quei premi cinematografici che celebrano l’indipendenza dalle grandi case di produzione, quelli a cui nessuno s’iscrive ma a cui tutti partecipano e chi lo vince lo espone con orgoglio da rapace. Capocannoniere nell’anno solare, a cavallo di due campionati, ma che significa? Formalmente poco, però dal punto di vista tecnico indica che nulla di casuale c’è stato in un campionato ben riuscito, che sotto la porta campi bene e a lungo, che se sei giovane hai svoltato e se non lo sei hai raggiunto la piena realizzazione professionale.
STESSO PASSO – Infatti guardate chi c’è dietro Mertens e Dzeko nella classifica che cuce gennaio a ottobre. Anzi, neppure dietro: Ciro Immobile è già sulla stessa casella del romanista, uguale in tutto, nei 23 gol e nelle 25 presenze del 2017 in campionato, un derby per due uomini soli che non conosce limiti temporali. Dzeko 7 reti in questa stagione e 16 nella seconda parte del campionato scorso (il capocanoniere ufficiale è stato lui), Immobile 9 adesso e 14 allora, chi meglio prima e chi dopo ma il passo è fondamentalmente lo stesso. In moderato crescendo. Paulo Dybala per esempio non si comporta così, lui ha già ampiamente scavalcato se stesso, 10 gol in questo avvio contro gli 8 realizzati tra gennaio e maggio, lì gol contati e preziosi, qui un’abbondanza quasi arrogante, due triplette, una doppietta.
IRREGOLARI – Una sorta di compensazione per il compagno Gonzalo Higuain, che insegue per adesso con ritmo placido, 3 gol attuali da sommare ai 14 del recente passato. Ci sono i signori della guerra in area dentro questa classifica composita, gli Icardi e i Belotti a 16, ma pure gli irregolari del dribbling, i berretti verdi che ingannano con la lontananza: Papu Gomez ancora a 16, Insigne che con Mertens forma le fauci del Napoli, mandibola e mascella, a 15. E Quagliarella, bomber di antica fattura, a 12. Sarà pure un concorso informale, ma la partecipazione è principesca.
