Da De Rossi al Papa. Così i nuovi murales diventano Pasquino

L’anima della città è impressa sui muri. No, non si tratta di scritte e graffiti, stavolta. Si tratta di costanti apparizioni cartacee: murales in cellulosa che nottetempo spuntano qua e là nella Capitale. Qualcosa in meno che semplici affissioni, ma forse anche qualcosa in più. Installazioni visive. L’evoluzione delle intramontabili pasquinate. Diciamo pure così: Pasquino 3.0, situazionismo da parete per il ventunesimo secolo. Provocatorio? Quasi sempre ma non necessariamente politico. Talvolta, è pura emozione. Così, ieri mattina, sul presto, nel cuore di Testaccio è apparsa, in vista della sua ultima partita in veste giallorossa, l’effige di Daniele De Rossi. Sigla DDR, braccia al cielo, espressione da gladiatore. Una frase in latino, proverbiale, facile: “In hoc signo vinces”, una in inglese “Yankee go home!”. Lo riporta La Repubblica. 

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