Il Messaggero (S. Carina) – Prima ci libereremo dall’idea della “Roma come l’Atalanta di Gasperini”, meglio sarà per tutti. Perché questa nuova Roma — prima in classifica, capace di rimontare per la prima volta in stagione e vincere anche a Firenze (2-1) — è un’altra storia. E, visti i risultati, è una storia che può piacere.

Il primo a capirlo è stato proprio Gasperini, che con umiltà ha riconosciuto i limiti strutturali della squadra e ha deciso di uscire dalla sua zona di comfort. Il calcio che lo ha reso grande a Bergamo non è replicabile a Trigoria, e così il tecnico ha scelto di plasmare la Roma su misura, prendendo il meglio dell’era Ranieri e aggiungendo i suoi principi di gioco. Il risultato è una squadra più cinica, compatta e pragmatica, capace di sfruttare al massimo le palle inattive, la qualità di Soulé e la solidità di una difesa che, anche nelle giornate meno brillanti di Svilar e Ndicka, regge grazie alle prove convincenti di Celik e Mancini.

Ora i numeri parlano chiaro: 15 punti su 18 disponibili, tre vittorie consecutive in trasferta (evento rarissimo nella storia giallorossa) e primato in classifica alla sesta giornata, cosa che non accadeva dai tempi di Garcia. Ok, forse non sarà mai l’Atalanta di Gasperini, ma questa Roma — concreta, tosta e in crescita — può davvero bastare.