Costi, appartenenza e prima squadra: da Milanese a Tripi, i talenti in vetrina

La Gazzetta Dello Sport (M.Cecchini, C.Zucchelli) – La faccia del futuro ha il volto antico e glorioso di Bruno Conti e Morgan De Sanctis. La Roma è ripartita da qui, archiviando una Primavera che era arrivata a costare quasi cinque volte una squadra di Serie C, tra stranieri misteriosi e romani che, solo il base al luogo di nascita, pretendevano contratti privilegiati. Il cambiamento di pelle non è ancora terminato, il tetto salariale da 70 mila euro (eccezion fatta per Calafiori) e l’osmosi con la prima squadra stanno facendo il resto. Se Milanese e Tripi hanno già esordito, gente come Bove, Ciervo o Zalewski non sono poi così lontani. Due responsabili e 250 giocatori di cui 230 italiani, dieci squadre, 13 milioni di budget, due psicologhe, 27 osservatori: questi sono alcune delle cifre del settore giovanile della Roma. Il vivaio giallorosso è affidato a De Sanctis, che gestisce la Primavera di Alberto De Rossi, l’Under 17 e l’Under 18. Alle altre categorie ci pensa Bruno Conti: non a caso metà dei ragazzi della Primavera attuale sono partiti dall’Under 10, segno che il legame di appartenenza che un po’ si era perso in passato, oggi si sta riscoprendo. Il progetto della Roma, su precisa indicazione di Friedkin, è chiaro: sfruttare le risorse e puntellare le squadre con innesti mirati.

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