Corsa Champions, la Roma risale

Corriere dello Sport (R.Maida) – Improvvisamente la classifica sembra più bella. In parte perché la Lazio deve ancora giocare, in parte perché l’Inter dista solo un punto. Con una sola vittoria, nemmeno brillante, la Roma si è riagganciata all’ultimo vagone che porta in Champions League. Saranno le prossime partite, a cominciare dal Benevento che arriva all’Olimpico in visita domenica prossima, a chiarire se la squadra abbia superato la crisi. Intanto però il campionato l’ha aspettata e l’ha tenuta in piena corsa per il principale obiettivo stagionale: la Roma è indietro con l’Inter negli scontri diretti (un pareggio e una sconfitta) ma ha vinto il derby d’andata con la Lazio (che ha pareggiato in casa con l’Inter) e potrebbe dunque giocarsi le sue chance anche in un ipotetico arrivo a tre con gli stessi punti.

SCOSSA – Certo, è assurdo pensare che tutti i problemi siano stati risolti dai 43 secondi di Cengiz Ünder. Basta anzi ascoltare uno dei leader dello spogliatoio, Kevin Strootman, per constatare che proprio i giocatori si rendano conto di tutto quello che (ancora) non funzioni. «Il secondo tempo di Verona non è accettabile – racconta senza giri di parole – per entrare in Champions dobbiamo lavorare forte e migliorare tanto. Per il momento ci prendiamo questa vittoria che era importante dopo 50 giorni senza gioia, ci darà morale e fiducia, ma bisogna fare di più. Io per primo: ho sbagliato un gol incredibile».

AVARIZIA – Ecco, ci risiamo: il problema del gol. Anche contro l’Hellas la Roma ha rischiato di bruciare una vittoria scontata dopo essersi cibata di vanità. Tra i 17 tiri tentati, addirittura 8 sono venuti dentro all’area di rigore avversaria. Significa che le occasioni non sono state sfruttate a dovere. E non è una novità. Da 11 partite, tra campionato e coppe, la squadra non sa produrre più di un gol. Su 23 giornate di campionato è successo addirittura 16 volte. Il bug di risultati che si è aperto come un crepaccio a metà dicembre, generando 7 partite e 50 giorni senza vittorie, era stato annunciato prima: dopo il derby del 18 novembre, soltanto in un caso su 14 la Roma ha segnato più di una rete, contro la Spal (3-1) rimasta in dieci nei primi minuti. Con l’ottavo attacco della Serie A, al livello di Sampdoria e Torino, è difficile andare in Champions.

SOLIDITA’ – L’aspetto più positivo della trasferta di Verona è invece la solidità difensiva. Fazio è stato insuperabile e con la sua fisicità ha allontanato ogni rischio quando la Roma si è ritrovata in dieci per l’espulsione di Pellegrini. E’ stato premiato anche il coraggio di Di Francesco, che ha aggiustato la squadra arretrando Nainggolan e lasciando le tre punte in campo (ha sostituito solo gli esterni). In questo modo l’equilibrio è stato mantenuto con il baricentro sufficientemente alto. E Alisson non è stato quasi mai impegnato riscoprendo il piacere dell’imbattibilità, la decima in campionato. Non accadeva dal 16 dicembre: guarda caso era stato il giorno dell’ultima vittoria. Ovviamente per 1-0, perché da oltre due mesi la Roma è più avara che avida.

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