Corriere della Sera – Reja e il tabù-derby: “Devo sdebitarmi con i tifosi”

La città ferita ha rischiato di non avere il derby. Dopo le devastazioni di ieri, si è discusso se fosse il caso di giocare una partita a rischio, tanto più alle 20,45. A tarda sera, sentiti questore e prefetto, con la Lega calcio in costante contatto, è passata la linea di disputare Lazio-Roma, confermata pure dal sindaco Alemanno, ma solo stamattina sarà presa la decisione definitiva. Dal Viminale è stato fatto notare come, tra i violenti di una manifestazione di non violenti, ci fossero infiltrazioni di ultrà. Sarà importantissimo offrire uno spettacolo degno di Roma e del calcio. I toni delle conferenze stampa di ieri, quando i disordini dovevano ancora accadere, sono stati per fortuna quelli giusti.
Edy Reja, l’allenatore della Lazio che era stato definito «un portafortuna» da Totti, ha risposto con una battuta: «Mi dispiace che Totti non ci sia perché è di gran classe (pausa) quando gioca!». Reja ha perduto 4 derby su 4 sulla panchina biancoceleste, più il quinto, quello che ha iniziato la striscia di vittorie consecutive dei giallorossi, che è sul conto di Ballardini. Logico che la pressione sia sulla Lazio, ma anche una gran voglia di cambiare la storia: «Ai sogni bisogna crederci, altrimenti non si realizzano. E il mio desiderio è regalare la vittoria nel derby ai laziali, verso i quali mi sento in debito. Io tornerei a respirare e la Lazio avrebbe un futuro più roseo e tranquillo». Perdere di nuovo scatenerebbe anche gli orfani di Zarate. La squadra è in salute. Klose e Dias hanno recuperato. L’unico dubbio pare tra Gonzalez e Mauri a centrocampo.
Luis Enrique ha cercato anche lui la misura: «So che a Roma sul derby si scherza molto, la rivalità è forte, ma io ho il massimo rispetto per tutti i miei colleghi». Un po’ meno rispetto l’ha avuto per lui chi, tre settimane fa, aveva chiesto se fosse pronto a dimettersi in caso di sconfitta a Parma: «Ma ho sempre sentito dalla mia parte società e tifosi. So che il derby è importantissimo, ma si gioca pur sempre con due porte e vince chi fa un gol in più. Ho studiato la Lazio, che con Klose e Cissè è cambiata, ma non cambierò per questo la mia idea di calcio. Mi è stato chiesto un calcio propositivo, mi è stato affidato un progetto». Al posto di Totti dovrebbe giocare Pjanic e poi tanti ballottaggi tra difesa e centrocampo.
Corriere della Sera – Luca Valdiserri

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