Contucci: “Il criterio usato dalla Questura di Roma sembra essere particolarmente rigido, bisogna cambiare la legge”

Lorenzo Contucci, avvocato da sempre vicino alle vicende degli ultras, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di ReteSport  sul corteo dei tifosi della Roma effettuato martedì sera prima del derby di Coppa Italia. Queste le sue parole:

Avvocato ci può spiegare per bene la situazione legata ai provvedimenti Daspo e alle sanzioni per 2500 euro dopo il corteo dei tifosi della Roma prima del derby di Coppa Italia?
“Il vero problema dei provvedimenti Daspo in Italia è che li metti un questore e non un giudice, come succede in Inghilterra e nei paesi civili. Quindi i criteri sono completamente diversi. Questi provvedimenti sono delle misure di prevenzione e si basano sulla pericolosità sociale di una persona, anche durante un evento sportivo. Anche io ho visto quello che è accaduto e si è trattato di un qualcosa di pacifico perché chi ha acceso quei fumogeni l’ha fatto non per offendere. Il criterio che ha la Questura di Roma sembra essere particolarmente rigido e quindi evidentemente ritiene pericolosa la persona che, anche a scopo folcloristico, ha acceso un fumogeno di quel tipo. Quindi da un punto di vista legale possono naturalmente farlo. Sotto però il profilo del buon senso diciamo che ripetiamo sempre le stesse cose. Si è trattato di un corteo brevissimo dal Ponte della Musica al Ponte Duca D’Aosta, quindi un tratto di neanche 300 metri. L’hanno svolto poi sostanzialmente quando non passava nessuno perché di fatto il traffico era stato sostanzialmente bloccato. Ma fino a che il parlamento non cambierà la legge per sottrarre al questore il potere di fare il Daspo e conferirlo invece ad un giudice come accade in Germania, Spagna, Inghilterra e Francia non possiamo fare molto. Le leggi sono queste”.

Si è trattato di un trappolone già preparato?
“Il problema dell’Italia è che ci sono delle leggi che sono estremamente restrittive e che quindi danno ampio gioco alla questura per poterle utilizzare. In una situazione di questo tipo si dovrebbe essere più intelligenti. Il tifoso deve sapere che se accende un fumogeno, anche fuori dallo stadio, può incorrere in queste sanzioni. Per me non sono corrette, perché non trovo pericolosa una persona che accende un fumogeno colorato, ma dato che chi gestisce l’ordine pubblico lo interpreta invece in questo modo, forse bisognerebbe evitare di farlo.  La cosa cambia a seconda della situazione: se adesso io scendo per strada ed accendo un fumogeno non posso essere punito ai sensi della legge antiviolenza, ma per l’accensione tramite reato contravvenzionale. La legge antiviolenza si applica da 24 ore prima fino ad arrivare a 24 ore dopo con riferimento all’evento sportivo. Quindi se dopo un ipotetico scudetto vado al Circo Massimo ed accendo un fumogeno non mi possono fare il Daspo, se invece lo faccio nei pressi dello Stadio Olimpico potenzialmente la Questura lo può fare. Per me è una cosa ridicola, perché è ridicola la legge”.

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