Il Tempo – Contestati De Rossi ed il tecnico

La maglia dell’amico Marchisio poggiata sulle spalle e l’avvicinamento al settore ospiti con un applauso che sapeva anche di scuse. Per De Rossi è quasi una formalità, a prescindere dal risultato del campo. Questa volta però l’epilogo è stato diverso. A Torino un gruppo sparuto di tifosi, vedendosi avvicinare il centrocampista di Ostia, lo ha invitato adandarsene tra fischi e cori di insulti. Atteggiamento che a caldo ha fatto imbestialire il numero sedici, che stizzito ha risposto roteando la mano: un gesto istintivo ad andare a quel paese. Nel trasferimento verso l’aereoporto di Caselle si prova a sbollire la rabbia: all’arrivo c’è anche il tempo di fermarsi per firmare autografi e scattare qualche foto. Soltanto in quel momento un paio di ragazzi si avvicinano a De Rossi chiedendogli il motivo di quel gesto verso lo spicchio romanista: «Daniele come ti sei permesso dopo una partita del genere?». Secca la risposta: «Se non vengo da voi non ho gli attributi, altrimenti mi prendo gli insulti. Tanto come faccio sbaglio. Capisco l’amarezza, ma so come devo comportarmi dopo dieci anni passati sotto la Sud». In nottata a Fiumicino una ventina di sostenitori ha accolto la squadra al grido «Vergogna» e «Andate a lavorare». Fischi di sdegno e appellativi pesanti rivolti soprattutto a Luis Enrique, beccato anche da uno degli addetti alla pista dello scalo romano appena sceso dall’aereo. Timide reazioni proseguite anche ieri a Trigoria, dove soltanto Simplicio si è fermato a parlare con i pochi presenti. Come ormai consuetudine, lo sfogo più rabbioso ha trovato spazio su blog e social network.

Il Tempo – Adriano Serafini

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