Conte studia l’attacco azzurro: “Balotelli non l’avrei chiamato”

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La Repubblica (E.Currò) – Non passa giorno, nel perenne vocìo del mercato, senza che Conte venga accostato per la prossima stagione a un club: Roma e Milan restano in cima alla lista, seguite dal Psg. Mentre il presidente della Figc Tavecchio dichiara di volere scongiurare l’addio annunciato, il ct ha un solo chiodo fisso: allestire una squadra in grado di sbugiardare la classifica Fifa – oggi la Nazionale è 13ª in Europa – per provare a vincere l’Europeo. Anche acosto di diventare più flessibile: nella tattica e nello spogliatoio. All’abiura del 3-5-2 dei successi juventini, a favore del 4-3-3 plasmato sui talenti sbocciati tra gli esterni di attacco, si è dunque accompagnato ieri un inedito, in vista delle ultime 2 giornate del girone per Euro 2016, con Azerbaigian (imbattuto da 4 partite) e Norvegia (in vistosa rimonta): il perdono temporaneo del più limpido tra i talenti suddetti per il primo peccato, giudicato veniale. Berardi, promosso dall’Under 21, è il giovane dalle maggiori prospettive potenziali. E Conte ha sgonfiato il suo caso, raccontandolo nel dettaglio.

Si è così appreso che il ventunenne attaccante del Sassuolo, alla prima convocazione, ha chiesto subito di tornare a casa perché spaventato dal rischio di un infortunio muscolare, che tuttavia gli esami clinici avevano escluso. «Dalla risonanza magnetica non è risultato nulla, ma sono passate solo 24 ore e Domenico sente dolore. Ha paura, preferisce curarsi. Potrà ancora giocarsi le sue carte». Berardi, reduce da un serio stiramento alla coscia, dopo l’ottimo rientro aveva già saltato per un dolore muscolare e per paura di una ricaduta la partita di domenica con l’Empoli. A proposito di infortuni (anche Santon è in dubbio, convocato Antonelli), il ct non ha invece esteso l’indulgenza a Balotelli: «Non lo avrei convocato nemmeno se non si fosse fatto male. Non bastano qualche partita e un gol su punizione».

Non è ancora una bocciatura, ma il segnale che la gara per l’Europeo è cominciata. E che per Conte l’appuntamento in Francia è fondamentale, in un momento cruciale della sua carriera: l’impresa è affermare l’indipendenza della Nazionale dai guai del calcio italiano. Il team manager Oriali riparla dell’invasione degli stranieri? Il problema si affronterà più avanti, ora l’orizzonte è l’Europeo. «Faremo con quello che abbiamo. Non serve più parlarne». La difesa della Juve, cardine della Nazionale, incassa troppi gol? In maglia azzurra-punzecchiatura all’ex club – si trasforma. «La mia Italia prende pochi gol». Partendo dalla lista dei 40, scremerà i più utili alla causa (da qui il ritorno di Montolivo e Quagliarella). Anche Pepito Rossi («continuo a seguirlo») torna in ballo. «Dobbiamo costruire una macchina da guerra», ripete agli azzurri. «Intanto abbiamo due match-ball per la qualificazione. E io voglio sfruttare il primo».

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