Il Corriere della Sera (V.Vecchiarelli) – Domani si elegge il presidente del Coni Lazio e alle urne lo sport regionale va senza avere l’incertezza tipica di ogni tornata elettorale. Perché è sicura la conferma di Riccardo Viola, presidente uscente e entrante, candidato unico di un’elezione alla quale si presenta senza concorrenti: «Mi viene una riflessione – dice sorridendo – sarò eletto per il mio secondo e ultimo mandato perché sono stato troppo bravo o perché tutti hanno pensato “ma chi me lo fa fare?”. Credo che questa sia la risposta giusta, ma sicuramente per me è un modo per mantenermi giovane, è dal 2003 che mi occupo di sport e devo portare a termine un programma». A proposito di programma, va alle elezioni senza averne presentato uno: «Potrei prendere il programma del 2003, o quello del 2013 e cambiare semplicemente la data: i problemi del nostro sport sono gli stessi di allora perché a Roma e nel Lazio continua a mancare un Piano regolatore dell’impiantistica sportiva, non c’è una politica o una legge per lo sport. Per rispondere a queste esigenze c’è bisogno di stabilire le regole di ingaggio e il mio compito sarà quello di far sedere intorno a un tavolo istituzioni pubbliche e scuola e vigilare affinché inizino davvero un percorso comune».
Prima di ogni elezione che si rispetti c’è da mettere mano al consuntivo del mandato in scadenza: «Abbiamo fatto tante cose belle per la promozione dello sport, dalla base all’eccellenza agonistica. E poi resta un fondamentale punto di partenza il censimento dell’impiantistica sportiva regionale, che ha evidenziato problemi strutturali enormi. Non possiamo più permetterci di avere cattedrali nel deserto come il Flaminio o il PalaCalatrava, questi impianti devono tornare a vivere. Sogno una regione in cui si possa iniziare a pensare a un velodromo o a un palazzo del ghiaccio per soddisfare le esigenze di chi pratica queste discipline. Al di là delle candidature, passate o future, ai Giochi ho sposato in pieno lo slogan: Lazio, Regione a dimensione olimpica».
