Conferenza Ranieri: “Sono qui per la maglia, non per i soldi. E’ un momento difficile però sono pronto a lottare” – FOTO e VIDEO

Pagine Romaniste (da Trigoria F.Biafora) – Claudio Ranieri, allenatore della Roma, questo pomeriggio ha parlato in conferenza stampa in vista della gara di domani sera contro l’Empoli. Da sottolineare che era presente anche il vide presidente Mauro Baldissoni. Queste le sue parole:

Come sono le sue emozioni oggi rispetto a quelle di dieci anni fa?
Le emozioni sono sempre belle, diciamo che continuo a fare questo lavoro perché mi dà proprio emozione. Già quando si cambia società è un qualcosa in più, il ritorno a Roma fa sentire qualcosa di speciale, per noi tifosi romani soprattutto. L’emozione è massima. L’emozione, l’ambizione e il sapere che è un momento difficile però sono pronto, sono pronto a lottare.

Ha diretto solamente due allenamenti, quali indicazioni ha ricavato? L’ha colpita qualcosa? Ha capito dove intervenire?
Di allenamento vero ne ho fatto uno soltanto, eravamo 12 giocatori. Tutti gli altri stavano recuperando dalle fatiche di Oporto. Oggi sarà il primo allenamento con un pochino più di giocatori. Sono curioso, parlerò con ognuno loro per vedere se hanno recuperato. La cosa più importante è la motivazione. Voi che siete qui siete in un momento negativo, io vengo da fuori e dico che la Champions è molto vicina. Saranno importantissime le prossime nostre due partite. Sarà importantissimo il pubblico, che deve capire che questi ragazzi sono in difficoltà magari e vogliono sentirsi ben voluti. Io sono sincero, da solo non ce la faccio a portare la squadra in Champions League, con l’aiuto del pubblico mi sento più sicuro. So che se hai il pubblico romano che ti soffia dietro tutto può accadere. Da tifoso romanista chiedo l’aiuto a me stesso, visto che sono tifoso.

Come valori tecnici che cosa la ha colpita positivamente della squadra di quest’anno? La fase difensiva è la priorità?
Mi sembra che abbiamo fatto 49 gol, per cui vuoi o non vuoi questa squadra il gol lo riesce a fare. È logico che per la fase difensiva bisogna essere tutti quanti propensi a rientrare velocemente, altrimenti gli altri ti fanno gol. Ho dato un’occhiato quando potevo, ho seguito a grandi linee perché spesso giocavo in contemporanea. Quando ho potuto ho seguito la squadra, molti gol sono venuti in fase di costruzione, cioè palla a noi, palla persa, transizione e gol. Dobbiamo stare attenti proprio su questo punto. Se tu perdi palla e questa palla persa porta al gol, il giocatore che ha subito questo si sente colpevole. Questo non va bene, perché poi inizi a perdere fiducia in te stesso e comincia a mancare un tassello in difesa o in un giocatore magari importante. E’ importante non perdere palla, parlerò con i ragazzi e studieremo la soluzione più idonea per non perdere molti palloni in fase di uscita.

Per crederci a cosa si può aggrappare Claudio Ranieri?
Io mi aggrappo ai tifosi e alla voglia, alla motivazione che hanno i giocatori. Devono saper reagire, per farlo si devono sentire amati dai propri tifosi, è brutto giocare in casa e avere paura di giocare. Chiedo ai tifosi questo lasciapassare, stateci vicino. Abbiamo bisogno di voi.

Ci dice una sua frase tipica per riassumere questo momento?
Non mi vengono se mi si chiedono così, sono un istintivo. Non preparo prima un discorso, quello che sento dico. Forse sono credibile proprio per questo, esterno tutto quello che sento dentro senza paura e timore. Noi vogliamo vedere la squadra arare il campo, voglio vedere gente che sprizza rabbia e determinazione. Questo è quello che vogliamo noi tifosi. Accettiamo l’errore, ma prima devi morire sul campo.

Come vede tre giocatori: Florenzi è un terzino? Zaniolo deve giocare in mezzo o sull’esterno? Schick e Dzeko possono giocare insieme?
Florenzi è un giocatore universale, può giocare sia dietro che più avanti con le stesse caratteristiche, dipende dalla partita, dall’avversario e dalla situazione tattica. L’importante è che Alessandro si riprenda, essendo romano capisco quello che sta passando. Ogni suo errore gli pesa più che a un altro suo compagno di squadra. Lui deve tirare fuori la romanità giusta, stare petto in fuori, se ha sbagliato non c’è nulla di male a dire “Ho sbagliato” ma poi c’è un’altra palla da giocare e un’altra partita da giocare. Mi aspetto molto da lui. Il vostro rebus è dove devono giocare Zaniolo, Schick, Dzeko e tutto. Zaniolo giocando centrale fa il suo ruolo, deve andare in possesso di palla spesso e volentieri. Dipende se centralmente ho 2-3 Zaniolo devo vedere chi tra loro può giocare aperto. Magari gli tolgo un 20% a questo giocatore, sacrificandolo con l’80% mettendolo a destra o sinistra, e all’altro do il 100%. Questo mio dubbio lo scioglierò soltanto parlando con loro, per capire chi mi può dare di più come esterno, altrimenti ho un giocatore al 100% e uno al 50%. Se invece avrò uno al 100% e uno all’80%, gioco forza gioco con quello che mi da l’80%, fuori ruolo ma sempre imprevedibile e che può creare problemi agli avversari. Dzeko e Schick per me devono giocare insieme. Ho visto Schick entrare ad Oporto con una rabbia e una volontà! Ha una qualità incredibile, è fortissimo, velocissimo, tecnico. Se si sblocca, ed è vicino a sbloccarsi, i tifosi si innamoreranno di questo ragazzo.

Che impressione ha avuto di Pastore?
Io non l’ho visto quest’anno qui alla Roma, le poche partite che ha giocato non le ho viste. Conosco Pastore quando giocava in Italia, quando stava fuori al Psg. È un giocatore di classe sublime. Io adesso ho bisogno di gente che dimostri che vuole fare fare la differenza, non guardo nomi, ingaggi, età. Non devo guardare niente. Devo vedere chi corre, chi lotta, chi si aiuta. Dobbiamo essere una squadra, significa che tutti quanti cercano di aiutare il proprio compagno di squadra. Chi fa questo ha più probabilità di giocare. Chi si impegna dall’inizio alla fine ha più probabilità di giocare. Parlo in generale, di tutti, non di Pastore. Tutti devono dare di più, se siamo in questa situazione è perché non tutti hanno dato il quello che hanno dentro. Non voglio sapere le ragioni, non mi interessa, adesso i discorsi stanno a zero. Ha pagato Eusebio, adesso devono rispondere loro sul campo. Io aiuterò loro, ma loro devono aiutare me e farci vedere quello che sanno fare e come lo vogliono fare.

Ha firmato per dodici partite, le era mai successo?
No.

Dove si vede il primo luglio?
Io mi vedo adesso qui con voi e domani sera in panchina. Non vado oltre, sono abituato a fare passo dopo passo. Un’altra società non l’avrei mai presa, se la Roma chiama io devo rispondere sì.

I cambiamenti a Trigoria hanno avuto un impatto sull’umore della squadra?
È difficile, non conosco il prima e adesso c’è il nuovo. A me tutte queste cose non interessano, non sono bambini di 4 anni, sono uomini e devono dare il meglio, con me, con un altro, con tutti. Non ci devono essere più scuse. La palla e il calcio li conoscono, se sono stati acquistati alla Roma e guadagnano quello che guadagnano è perché lo meritano, altre cose non mi interessano. Io voglio una squadra allegra, sorridente, che lotta e che non si arrende mai. Chi ha problemi se li tenesse a casa. Tutti abbiamo dei problemi, ma li tengo a casa, non li porto qua dentro.

Che cosa ha pensato alla chiamata di Totti? Ha sentito Di Francesco? È vero che non ha neanche trattato l’ingaggio?
Non mi ricordo come mi ha detto Francesco “Che fa mister? Dove sta?” e io “Sto a casa a Londra” e poi abbiamo continuato a parlare. Eusebio non l’ho sentito, perché capisco l’amarezza di chi viene esonerato, però ho fatto un tifo spaventoso per lui, il primo anno e adesso, perché è un gran professionista, un gran lavoratore. Avrà fatto degli errori? Tutti quanti ne facciamo, non c’è un allenatore esente. Non ho trattato l’ingaggio, ho perso più quando sono andato via che quando sono arrivato adesso. Non sono i soldi che mi hanno fatto venire qui, ma la maglia. Punto.

È più difficile questa situazione o quella della sua prima Roma?
Quella di tanti anni fa era una squadra importante, magari che stava sul viale del tramonto, perché c’erano diversi giocatori di una certa età, che avevano dato tantissimo. Sono riuscito a motivarli il primo anno, meno il secondo, per questo sono andato via. Da tifoso romanista se non riesco a motivare i miei giocatori romanisti devo andare via. Devo prima andare sul campo, sentire l’emozione, sentire la squadra, per rispondere. Non so se sia difficile o facile. Ci vuole l’aiuto del pubblico, ma soprattutto dei giocatori, chiederò il massimo a loro. Io sono molto esigente con me stesso e voglio il massimo da loro.

Venite in molti a Roma senza porre condizioni, poi uscite con le ossa rotte. Come si spiega questa contraddizione? Su cosa bisogna intervenire di più della squadra? Aspetto mentale o tecnico?
Io la scelgo per un fatto che tutti sapete, perché la scelgano gli altri non lo so. Posso immaginare che Roma ti dà delle emozioni che in altri posti non sono così speciali. A Roma si vive 25 ore al giorno di calcio. Ne parlate 25 ore al giorno in tutte le vostre sedi: radio, televisioni e giornali. È una squadra che fa notizia, è una squadra che negli ultimi anni sta lottando sempre per la Champions League, è una delle migliori squadre italiane. C’è una nuova proprietà che cerca di fare del suo meglio, ci sta investendo un sacco di soldi, è logico che poi a fine stagione deve far quadrare il bilancio, almeno in parte, perché poi sennò non può essere iscritta. L’aspetto mentale è la prima cosa, finora ho parlato solo di quello, non ho parlato di caratteristiche tecniche, ho parlato solo di Zaniolo dove deve giocare e dove può giocare e di Florenzi e di Pastore. L’aspetto mentale è la cosa più importante in questo momento. L’aspetto di volere fortemente un obiettivo. Io voglio gente ambiziosa. So che entrare in Champions non sarà facile, ma non mi arrenderò mai. So che incontrerò delle difficoltà, ma se sono un negativo alla prima difficoltà mi arrendo “Visto? Non ce la faccio” o “Non ce la fanno i giocatori”. Se invece sono un caparbio e non mollo mai alla prima difficoltà aumento, cerco di capire il perché, scavalco il problema se non riesco a entrarci dentro, ma non mi arrendo. Io voglio giocatori che non si arrendono.

Dzeko sta segnando meno rispetto agli ultimi anni, perché?
È normale che i bomber hanno un anno no. Quando io e tutti gli allenatori facciamo le squadre andiamo a vedere chi sono i giocatori che fanno gol e la media gol che hanno nella loro carriera. Anche Pruzzo e Batistuta, anche i più grandi attaccanti, hanno avuto i momenti no. Può darsi che questo sia un momento no. Ci sono ancora 12 partite, vediamo alla fine quello che può fare Dzeko.

Chi sarà il portiere domani?
Lasciatemi vedere l’allenamento e un pochino di cose e domani sera saprete la formazione.

Una vicinanza maggiore dei tifosi, permettendo l’apertura dei cancelli di Trigoria, può essere d’aiuto? Dall’Inghilterra ha portato la famosa campanella?
Qui ci vuole la campana di San Pietro, non la campanella (ride, ndr). Non mi chiedete cose a cui non so rispondere. In questo momento dobbiamo trovare serenità, rabbia e determinazione.

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